Armani, Gucci, Valentino, Herno La moda si mobilita contro il virus

Tante le iniziative delle maison italiane a favore di Protezione civile e ospedali. Alcune di loro hanno messo a disposizione i loro stabilimenti per produrre camici e mascherine. All'estero, l'esempio di Ralph Lauren

28 marzo 2020 | 18:18
Lemergenza coronavirus non lascia indifferente il mondo della moda. Tanti sono i protagonisti del settore, simbolo del Made in Italy nel mondo per eccellenza, che in queste settimane hanno dato vita ad altrettante iniziative e donazioni per sostenere gli ospedali italiani in difficoltà 

Dopo la donazione di 2 milioni di euro alla Protezione Civile e agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano, Spallanzani di Roma, Papa Giovanni XXIII di Bergamo, e a quelli di Piacenza e della Versilia, il Gruppo Armani - che per primo si è mosso in questo ambito - ha scelto di convertire per il periodo di emergenza tutti i propri stabilimenti produttivi italiani nella produzione di camici monouso destinati alla protezione individuale degli operatori sanitari impegnati a fronteggiare il coronavirus.

Giorgio Armani

Un’altra azienda che ha deciso di convertire temporaneamente la sua produzione, è Herno. La griffe guidata da Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda, produrrà circa 10.000 camici al mese e 25.000 mascherine, destinate al territorio e in particolare all’ospedale di Verbania.

Una donazione da un milione di euro è arrivata anche da Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, attraverso la Fondazione Valentino Garavani. I fondi saranno destinati all'ospedale Columbus Covid 2, una nuova area totalmente dedicata alla cura dei pazienti affetti da Covid-19 all'interno del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma. «In un momento così drammatico per tutto il mondo, abbiamo voluto dare il nostro contributo per vincere questa battaglia cruciale contro un nemico invisibile ma terribile – hanno spiegato lo stilista e il suo storico compagno e socio – Proviamo una gratitudine immensa nei confronti di tutte quelle donne e quegli uomini che stanno lottando instancabilmente giorno e notte per salvare preziose vite umane nei nostri ospedali.

Anche la maison Gucci si è mobilitata, con due donazioni a favore di altrettante campagne di crowdfunding: in Italia, dove l'azienda ha sede, a favore del Dipartimento della Protezione Civile in collaborazione con Intesa Sanpaolo; e a livello globale, a favore del Covid-19 Solidarity Response Fund a supporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso la campagna di matchmaking di Facebook. Da quando è stato lanciato, il Covid-19 Solidarity Response Fund ha raccolto donazioni da più di 200.000 persone in tutto il mondo e da alcune grandi aziende.

Nelle scorse settimane, anche Dolce e Gabbana avevano garantito il loro sostegno alla ricerca scientifica.

L’esempio degli stilisti italiani, che auspichiamo possa essere seguito presto anche da altre maison, è già stato emulato all’estero da Ralph Lauren, un’altra marca tra le più famose del mondo, tramite la sua Fondazione, che ha donato 10 milioni di dollari per l’emergenza coronavirus ed è impegnata nella produzione di mascherine e camici per i medici e infermieri americani.

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Alberto Lupini


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