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Fedez si scaglia contro Codacons «Vogliono bloccare le donazioni»

I Ferragnez avevano raccolto milioni di euro per il S.Raffale. Il Codacons chiede lumi sull'operazione scatenando l'ira del rapper il quale segnala a sua volta una raccolta fondi poco chiara dell'associazione.

 
28 marzo 2020 | 16:09

Fedez si scaglia contro Codacons «Vogliono bloccare le donazioni»

I Ferragnez avevano raccolto milioni di euro per il S.Raffale. Il Codacons chiede lumi sull'operazione scatenando l'ira del rapper il quale segnala a sua volta una raccolta fondi poco chiara dell'associazione.

28 marzo 2020 | 16:09
 

C’è una polemica piuttosto aspra che corre da qualche ora sui social: è quella tra Fedez e il Codacons. La raccolta fondi tramite GoFundMe dei Ferragnez da destinare al San Raffaele è diventata virale e ha portato nelle casse milioni di euro. Ma a qualche giorno di distanza il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) con un chiedeva al San Raffaele di Milano di «precisare se i lavori siano stati eseguiti effettivamente con i soldi raccolti attraverso l’iniziativa di solidarietà lanciata dalla coppia, o se la struttura abbia anticipato di tasca propria le spese per il nuovo reparto, in attesa di ricevere i fondi promessi».

Fedez e Carlo Rienzi - Fedez si scaglia contro Codacons «Vogliono bloccare le donazioni»

Fedez e Carlo Rienzi

Apriti cielo. il rapper ha subito lanciato un tweet al vetriolo e ha pubblicato nella serata di venerdì una serie di storie altrettanto velenose contro lo stesso Codacons. Il motivo del contendere non si è fermato solo al gesto del Codacons perché Fedez ha fatto presente ai followers che l’associazione aveva lanciato una campagna fondi contro il coronavirus “poco chiara”. Il banner inneggiava ad una destinazione simile, ma all’interno del sito si specificava che i soldi andavano nelle casse dell’associazione per motivi non ben identificati.

Il Codacons, attraverso l'Adnkronos, smentisce categoricamente le accuse del rapper: «Noi abbiamo chiesto con un atto formale al governo che i soldi siano versati direttamente sul conto della Protezione Civile, perché almeno è un ente pubblico, e non si rischia che i privati non le destinino a chi devono...».

«È necessario - continua la nota dell'Associazione - fare chiarezza nell’interesse di chi, in buona fede, dona soldi per aiutare la sanità italiana, ed è giusto che sia reso noto quanto dei soldi raccolti da Fedez e Chiara Ferragni sia stato già elargito al San Raffaele ed effettivamente speso, e quanto invece rimanga in mano ai privati... Parte ora un nuovo esposto del Codacons all’Antitrust e alla Procura della Repubblica di Milano in cui si chiede di bloccare tutte le raccolte fondi ingannevoli o che applicano commissioni nascoste o equivoche agli ignari donatori. Ciò anche alla luce dell’intervento dell’Antitrust che pochi giorni fa ha disposto un intervento in via cautelare proprio nei confronti del sito web www.gofundme.com usato da Fedez e la Ferragni per il nuovo reparto al San Raffaele di Milano, in relazione alla presenza di costi nascosti connessi alle transazioni con carte di credito e debito e alla commissione facoltativa impostata automaticamente sulla cifra del 10%. I soldi pagati dagli utenti per tale commissione al 10% devono essere immediatamente restituiti ai cittadini (ipoteticamente 400mila euro incassati dal fondo e 116mila euro di spese carte di credito), e parte ora un nuovo esposto del Codacons all’Antitrust e alla Procura della Repubblica di Milano in cui si chiede di bloccare tutte le raccolte fondi ingannevoli o che applicano commissioni nascoste o equivoche agli ignari donatori».

«Volevo sottolineare una cosa - ha detto Fedez - abbiamo chiesto a GoFoundMe di prendere una parte di profitto e di girarlo agli ospedali colpiti dall’emergenza e siamo riusciti a tirar su 250 mila euro che GoFundMe ha deciso di darci e che abbiamo destinato all’ospedale di Bergamo, Cremona e al policlinico di Milano. Adesso un’associazione riconosciuta da tutte le istituzioni italiane propone di buttare nel cesso milioni di euro raccolti per gli ospedali pubblici? Intanto fanno una campagna, loro, spacciata per aiuto alla lotta contro il Coronavirus quando in realtà i soldi vanno a loro che si occupano di tutela dei diritti dei consumatori. Che con il Coronavirus non c’entra un ca….o, ma stiamo scherzando? La gente che muore e voi chiedete i soldi per voi stessi. Dite di donare per non pagare le tasse. E questa è un'associazione parastatale che dovrebbe tutelare i consumatori...».

«Intanto - ha detto il presidente del Codacons Carlo Rienzi - dobbiamo ringraziare questo signore, che credo sia un cantante, ma non ne sono certo, perché stiamo ricevendo moltissime donazioni da tanti che non sapevano si potesse fare ed ora grazie a lui lo sanno. Fedez non ha capito niente, noi raccogliamo fondi per le denunce, diffide, ricorsi in questo momento di emergenza. Sono già 42 le cose fatte e sì, sono fondi a sostegno del Codacons, ma per l'emergenza Coronavirus».

Sull'accusa di voler “bloccare le raccolte fondi private”, Rienzi è ancora più netto: «Ma quando mai. Noi abbiamo chiesto con un atto formale al governo che i soldi siano versati direttamente sul conto della Protezione Civile, perché almeno è un ente pubblico, e non si rischia che i privati non le destinino a chi devono... Le percentuali che rimangono al privato tra l'altro sono elevatissime: oltre ad un 2,9% di costi di incasso, c'è anche un sistema che individua una percentuale, indicata in una piccolissima postilla che può essere modificata ma quasi nessuno legge, che regala il 10% al privato. Del resto stiamo parlando di gente che passa la vita dentro un armadio o in alberghi di lusso, vendono l'immagine di un bambino di due anni contro tutte le norme internazionali a tutela del fanciullo e che si vende l'acqua della fontana a 9 euro al litro: non mi sembra ci sia altro da aggiungere».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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