Il c.t. Cassani spinge il cicloturismo «Prendete la bicicletta e partite»

Il commissario tecnico della nazionale di ciclismo interviene sul tema delle vacanze in sella invitando gli italiani a provarci. «C'è voglia di bici, ma serve cautela per la sicurezza» . Nel libro appena pubblicato con Giacomo Pellizzari "Il ciclista curioso" (Rizzoli) tanti consigli per itinerari meno noti tra le bellezze e le bontà italiane

24 luglio 2020 | 08:30
di Federico Biffignandi
Prendete la bicicletta e andate. Non prima di aver fatto un po’ di pratica, aver acquistato un caschetto e aver messo un po’ di chilometri di allenamento nelle gambe. Questo è l’invito che il commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo, Davide Cassani (ex ciclista professionista) rivolge a tutti gli italiani cogliendo l’occasione di una situazione condizionata dal covid che ha spinto la bicicletta in cima alla classifica dei mezzi preferiti dagli italiani. Anche per viaggiare.


Davide Cassani

Davide Cassani non è solo un professionista, ma anche un personaggio che da sempre - complice un savoir-faire tutto romagnolo - diffonde la cultura della bicicletta lavorando sodo su formazione e sicurezza. Per questo ha recentemente scritto a quattro mani con il giornalista Giacomo Pellizzari il libro “Il ciclista curioso” (edito da Rizzoli) che si propone di raccontare alcuni itinerari turistici meno noti da affrontare in bicicletta con uno stile tecnico, ma che lascia ampio spazio alla descrizione di luoghi, punti di interesse, geografia, usi, costumi, tradizioni dei territori attraversati. Senza dimenticare, naturalmente, l’aspetto enogastronomico con ricette e materie prime emblematiche di una determinata zona. A questo proposito la prefazione del compianto Gianni Mura è quantomai deliziosa perchè ha messo una delle migliori penne del nostro tempo nelle condizioni di unire le sue due grandi passioni: il ciclismo e il buon mangiare e bere.



Un manuale per chi è un po’ allenato e vuole concedersi una vacanza green, senza guardare al cronometro, ma ai paesaggi circostanti mentre sotto le ruoto scorrono i chilometri, di fatica e soddisfazione, di sudore e di energia. «A giudicare dal boom di vendite di biciclette di cui si è letto - spiega Cassani - posso dire che c’è in Italia una gran voglia di bici. Io stesso pedalando sulle strade sto vedendo tanti neofiti: chissà che tra le tante brutte conseguenze del coronavirus, questa non possa essere una delle poche positive».

I numeri dicono che i “viaggiatori curiosi” aumenteranno notevolmente quest’estate per la gioia anche di quelle guide cicloturistiche che ci sono e sono formate ad altissimo livello grazie al lavoro della Federazione, ma che forse vengono ancora troppo poco sfruttate. Col cuore, Cassani spiega perché un viaggio in bicicletta deve essere provato almeno una volta: «Bisogna provare a pedalare - osserva - perché si rimane piacevolmente stupiti; è un mezzo straordinario che ti permette di vedere il mondo da un altro punto di vista, di andare tranquilli e fare percorsi apparentemente impossibili perché con poco allenamento si possono fare 50-100 km al giorno. Per quanto mi riguarda la bici fa parte della mia vita e ne farà sempre parte e vorrei che anche per tanti altri possa essere la stessa cosa».


La copertina del libro

Molti, inutile dirlo, temono la fatica ma forse ancora di più la sicurezza. Sono all’ordine del giorno gli incidenti che vedono coinvolti i ciclisti, tanti - troppi - quelli che perdono la vita. Come affrontare i timori? «Bisogna sapere che andare in bici non è semplice - ammette Cassani - bisogna imparare a stare sulla strada. La cosa che noto, purtroppo, è che tanti neofiti non hanno il casco, non percepiscono il pericolo ed è stranissimo dato tutto quello che si sente. In bici non bisogna prendere rischi, bisogna avere un comportamento idoneo».

Il libro attraversa percorsi suggestivi al nord e al centro. L’obiettivo non è quello di portare i lettori su Gavia, sugli Stelvio o sui Pordoi - arcinoti - ma su strade “secondarie” che però entrano nel cuore dell’Italia e anche di chi le percorre. «La salita della Forra, sul lago di Garda, mi ha colpito più di tutte», spiega Cassani che da buon ciclista non ha perso l’abitudine di mangiare in modo rigidissimo. «Non sono una buona forchetta - rivela - a volte a pranzo mi faccio bastare una barretta energetica. Da romagnolo però posso dire che ad una buona tagliatella pedalando sulle strade di casa non dico mai di no».


Giacomo Pellizzari

All’occhio più tecnico del ct si affianca quello poetico e sempre attento di Giacomo Pellizzari. Ciclista da migliaia di chilometri all’anno matura i suoi scritti più belli proprio durante le sue pedalate. «Per me la bicicletta è una navicella che mi porta a scoprire il mondo - dice - è proprio grazie a lei e alle emozioni che sa regalare che io ho iniziato a scrivere. Pedalando sulle strade italiane noto un passo avanti importante, penso alle piste ciclabili che sono nate a Milano nel giro di pochissime ore: vuol dire che qualcosa si può fare. Penso però che ci voglia ancora un po’ di tempo, bisogna maturare una maggior tolleranza e bisogna agire facendo rispettare le regole che tutelano i ciclisti, perché ci sono come quella del metro e mezzo di distanza. Sarà un passo complicato e che richiederà tempo, ma sono sicuro possa avvenire e questo non potrà che fare bene anche agli operatori turistici che incrementeranno una fetta di mercato già in rampa di lancio».

La lettura del libro è un continuo combattimento tra la voglia di divorare le pagine chiudendo gli occhi e sognando quei posti, quelle salite, quelle discese, quelle curve e la tentazione di chiudere tutto per inforcare la bicicletta e andare. Un ritmo tanto quieto e misurato, quanto frenetico, un continuo salie e scendi tra libro e bicicletta, tra tavola e strada. "Il ciclista curioso" nella sua semplicità e spontaneità rappresenta l'emblema della bicicletta, del freno che sa porre alla frenesia dei nostri tempi e della gioia genuina che riesca a mettere nel "piatto" tutte le volte che si decide di pedalare.

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Alberto Lupini


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