Coronavirus, un maxi progetto Ue cerca un rimedio. Italia capofila

Sono 18 tra istituzioni e centri di ricerca di 7 Paesi europei, e l'Italia dà il maggior contributo. Si tratta di una piattaforma di supercalcolo che sta cercando come curare chi ha già la patologia

06 marzo 2020 | 15:30
I supercomputer contro l'epidemia. Non è fantascienza, ma un vero e proprio progetto considerato «di riferimento in Europa per contrastare il coronavirus con il supercalcolo».


Supercomputer alla ricerca di un vaccino

Del progetto fanno parte il CIneca, il maxi-computer del consorzio interuniversitario di Bologna, il Politecnico e l'Università di Milano, la Federico II di Napoli, l'Università di Cagliari, l'associazione BigData, l'Infn e l'Istituto Spallanzani di Roma.

Tutte queste istituzioni fanno parte di una cordata europea che si è aggiudicata un finanziamento di tre milioni di euro da parte della Commissione Ue. Il gruppo pubblico-privato che porterà avanti la ricerca è guidato dalla Dompé farmaceutici e mette insieme 18 istituzioni e centri di ricerca in 7 Paesi europei... Un progetto a trazione italaina.

"Exscalate4CoV" è il suo nome. Si tratta della «piattaforma di supercalcolo più performante al mondo», capace di valutare «tre milioni di molecole al secondo» a partire da una «biblioteca chimica di 500 miliardi di molecole». In questo modo si conta di individuare «i farmaci più sicuri e promettenti per il trattamento immediato della popolazione già infetta, a cui seguirà l'individuazione di molecole capaci di inibire la patogenesi del coronavirus per contrastare i contagi futuri». Queste le parole dette in fase di strutturazione del progetto.

La piattaforma di supercalcolo sarà integrata con sistemi di intelligenza artificiale, modellistica in 3D e misurazioni a raggi X per realizzare prima e validare poi gli esperimenti condotti in laboratorio.

Saranno poi identificati i farmaci disponibili, o quelli in fase avanzata di sviluppo, che possono essere efficaci contro il virus, definendo insieme all'agenzia europea del farmaco «un modello di sperimentazione efficace per velocizzarne i tempi per l'impiego terapeutico». Ma si punta anche a individuare «i geni coinvolti nello sviluppo della patologia».

I centri di supercalcolo del Cineca, del Bsc e dello Julich si occuperanno delle simulazioni sulle molecole, col supporto delle università milanesi. A valle degli esperimenti, l'Università di Cagliari completerà la valutazione biologica sui possibili inibitori della malattia, mentre il team di chimica medica della Federico II di Napoli sarà di supporto per la selezione dei migliori composti e si occuperà della sintesi chimica dei migliori candidati alle cure. Infine, una volta trovata la molecola migliore, sarà lo Spallanzani di Roma a realizzare i test sui pazienti.

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Alberto Lupini


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