Cucina di Casa patrimonio Unesco: la proposta della Federazione italiana cuochi

La Fic si schiera a fianco dell'esperto Unesco Luigi Petrillo e di Stefano Pisani, che già aveva sostenuto la candidatura della Dieta mediterranea. “La nostra Cucina è la sintesi del nostro meraviglioso paese fatto di diversità, accoglienza ed eccellenza”

14 luglio 2022 | 18:12
di Martino Lorenzini

L'Italia del gusto ci riprova. Dopo la candidatura del caffè espresso, poi respinta a favore dell'"arte italiana dell'opera lirica", stavolta tocca alla Cucina di Casa Italiana essere promossa per diventare Patrimonio immateriale Unesco.

A farsi promotrice di questa iniziativa, supportando diversi esponenti politici, fra cui Stefano Pisani, rappresentante della Comunità emblematica Unesco Dieta Mediterranea e il professor Luigi Petrillo, uno dei più alti esperti in materia Unesco in Italia, c'è la Federazione italiana cuochi, guidata da Rocco Pozzulo.

Oggi a Roma Alessandro Circiello, Rocco Pozzulo e Salvatore Bruno, rispettivamente portavoce, presidente e segretario Fic, hanno partecipato all'audizione in Senato a sostegno della candidatura. Una candidatura che ha già incassato il supporto della Fondazione Parma Unesco city of Gastronomy, di cui fanno parte il Consorzio del Parmigiano Reggiano, il Consorzio del Prosciutto di Parma, l'Accademia Barilla, nonché Alma, la scuola internazionale di cucina che ha sede a Colorno, alle porte della città emiliana, che tra l'altro nel 2015 è stata proclamata Città creativa Unesco per la gastronomia. Un sostegno, quello del mondo dell'agroalimentare e del Food & Beverage nei confronti della Cucina di Casa Italiana, che progressivamente si sta allargando, coinvolgendo sodalizi da tutta Italia.

Il sostegno per la Cucina di Casa Italiana patrimonio Unesco

L'Italia ha una storia millenaria che si intreccia con la sua cucina, una cucina che oltre che di storia, sa di cultura, di tradizioni, di valorizzazione e rispetto del territorio.

Il nostro Paese oggi ha un’incredibile varietà di prodotti tipici e di ricette; un vero e proprio patrimonio, unico al mondo. Per questo dopo l'"Arte del pizzaiuolo napoletano" e la Dieta Mediterranea, ora anche la "Cucina di casa italiana" si candida a diventare patrimonio immateriale dell'umanità Unesco, con la speranza di riuscire nell'intento.

In prima fila, a promuovere la candidatura ci sono la Federazione italiana cuochi, il Consorzio del Parmigiano Reggiano, il Consorzio del Prosciutto di Parma e la Fondazione Parma Unesco city of Gastronomy, di cui i due consorzi fanno parte e che raggruppa anche Barilla, le aziende emiliane che producono pomodoro, le aziende emiliane ittiche specializzate della confezione delle alici; nonché Alma, scuola internazionale di cucina che ha sede a Colorno, alle porte di Parma. D'altronde la città emiliana crede fortemente nel settore dell'agroalimentare, tanto da essere è stata riconosciuta anche Città creativa Unesco della gastronomia.

Fra le personalità di spicco che sostengono la candidatura ci sono anche Luigi Petrillo, uno dei massimi esperti in Italia di Unesco e Stefano Pisani, che già in passato aveva supportato, con successo, la candidatura della Dieta Mediterranea a patrimonio immateriale Unesco.

Il supporto della Fic alla candidatura della Cucina di casa italiana a patrimonio Unesco

Giovedì pomeriggio Alessandro Circiello, portavoce della Federazione italiana cuochi è intervenuto in Senato per parlare all'Ufficio di Presidenza della Commissione Istruzione (di cui fa parte la senatrice parmense Maria Saponara, una delle massime esponenti del progetto), alla presenza del presidente di commissione Mario Pittoni, e sostenere la candidatura della Cucina di Casa Italiana a Patrimonio immateriale Unesco.

Queste le parole di Circiello: «La nostra cucina di casa italiana ha una varietà di culture e di tradizione millenaria, bisogna essere conservatori, senza puntare alla globalizzazione anche per la nostra alimentazione quotidiana. Dobbiamo salvare e promuovere le nostre biodiversità alimentari che creano salubrità, un sano e corretto stile di vita, economia per i nostri agricoltori ed aziende Italiane e che promuovono la storia del nostro vivere all’italiana».

Insieme a Circiello c'era anche Salvatore Bruno, segretario generale Fic. «La cucina italiana è un gioiello di varietà, competenze e culture dei territori», ha detto in audizione. Le ultime parole sono state quelle del presidente Rocco Pozzulo: «La nostra Federazione è sempre in prima linea per promuovere il bello e il buono dell’Italia».

 

 

Tutto il mondo dell'agroalimentare sostiene la Cucina di casa italiana

Oltre ai membri della Fic tanti esponenti politici e aziende italiane specializzate e leader nella produzione di prodotti alimentari in questi giorni hanno partecipato alle audizioni in Senato per promuovere la candidatura della Cucina di Casa Italiana a Patrimonio immateriale Unesco.

«La Cucina Italiana, così come la conosciamo oggi nasce e trova radici, nelle sapienti mani delle donne italiane, che senza alcuna ricetta scritta hanno saputo, attraverso la Cucina delle Case Italiane, tradurre centinaia di anni di cultura, la ricchezza della biodiversità dei prodotto made in Italy, le tradizioni dei luoghi in cui viviamo nell'alternza e diversità di sapori - ha dichiarato Stefano Pisani - Basta entrare nelle Case Italiane, come abbiamo fatto con la Dieta Mediterranea, che oggi è patrimonio Unesco, per scoprire che ogni latitudine e longitudine del nostro Paese racconta la propria storia attraverso una pratica culturale semplice, ma straordinaria, la cucina delle nostre case».

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Alberto Lupini


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