Il decreto Sostegni è in ritardo. Cashback e fisco i nodi da risolvere

Atteso per il Consiglio dei ministri di venerdì, l'ex decreto Ristori V punta a utilizzare i 32 miliardi a disposizione su una platea più ampia di aventi diritto. Ma l'operazione è complicata

16 marzo 2021 | 11:07
Una data certa ancora non c’è per la discussione in Consiglio dei ministri del decreto Sostegni (forse venerdì?). I tempi dell’ex Ristori V si allungano rispetto a quanto preventivato mentre imprese e partite Iva sono alle prese con l’ennesima serrata.



Testo asciutto per accelerare gli accrediti
Diverse le questioni ancora aperte prima di arrivare a una quadra. Innanzitutto, c’è una questione meramente formale ossia il tentativo di rendere quanto più chiaro (e asciutto) possibile il testo del decreto che dovrebbe fermarsi sotto la soglia dei 50 articoli. Un passaggio propedeutico a velocizzare anche il varo dei decreti attuativi chiamati a mettere in pratica quanto disposto dal Governo. Tradotto: rimborsi che arrivano più velocemente nelle tasche degli interessati.

Una platea allargata
Impresa che deve tener conto del numero degli aventi diritto agli aiuti: circa tre milioni di persone. L’obiettivo, infatti, è quello di abbracciare tutte le attività economiche con un fatturato 2019 fino a 10 milioni e con perdite di fatturato pari al 33% nel 2020. Soglie in cui dovrebbero rientrare anche diverse partite Iva e professionisti (dagli avvocati ai commercialisti) – compresi quelli legati alle gestioni separate. Per quanto riguarda gli stagionali, invece, asse portante del turismo e dell’accoglienza in genere, gli aiuti dovrebbero arrivare direttamente dall’Inps secondo lo schema già utilizzato in passato.

32 miliardi a disposizione
Per quanto riguarda i fondi a disposizione, detto che la torta è composta dai 32 miliardi dell’ultimo scostamento di bilancio (approvato dal Governo Conte 2), le ripartizioni prevederebbero 12 miliardi di aiuti a fondo perduto, 9 miliardi per il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e due miliardi per coprire tutte le proroghe a livello fiscale.



Cashback e cartelle esattoriali: che si fa?
A rimpolpare i fondi a disposizione potrebbero essere anche quelli precedentemente messi a disposizione per il cashback. Da più parti, infatti, si sta spingendo per sospendere momentaneamente il programma che permette un rimborso sulle spese effettuate con carta di credito o moneta elettronica negli esercizi commerciali fisici. Un’operazione che, se stoppata a luglio, prima del nuovo semestre di conteggio dei rimborsi, potrebbe far guadagnare circa 2-3 miliardi da mettere nel decreto Sostegni.

Più “politica”, invece, la questione delle pendenze fiscali del periodo 2000-2015. In questo caso è la Lega che spinge per azzerare oltre 60 milioni di cartelle esattoriali di difficile recupero. Si tratterebbe, secondo quanto riferito dal sottosegretario del Carroccio Claudio Durigon di tutte quelle pendenze inferiori ai 10mila euro. La viceministra Laura Castelli (M5S) va addirittura oltre e propone un azzeramento completo (che sa tanto di condono).

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Alberto Lupini


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