Deride il Made in Italy nelle réclame Ma la Rai chiama di nuovo la Clerici
Nonostante le tante pubblicità a prodotti alimentari di scarsa qualità, la presentatrice è stata richiamata dalla tv di Stato per parlare di nuovo di cibo la mattina su Rai 1
21 settembre 2020 | 11:09
di Sergio Cotti
Antonella Clerici è testimonial di una catena di supermarket che promuove le offerte sottocosto
Ancora su Rai 1, e ancora all’ora di pranzo, la bionda presentatrice sarà alla guida di È sempre mezzogiorno!, un altro programma che, guarda caso, s’interesserà sempre di cucina. Lo studio riaprirà lunedì prossimo, 28 settembre, e in questi giorni si stanno ultimando i lavori per trasformarlo in una cucina (l’ennesima allestita nel piccolo schermo) che, a detta della stessa Antonella Clerici, assomiglierà tanto alla sua.
Ma la domanda che arriva spontanea è: ce n’era davvero bisogno? Non sappiamo in quanti abbiano sentito la mancanza della Clerici dalla televisione e, in particolare, dai programmi di cucina. Vero è che “l’addio definitivo” alla fascia televisiva di mezzogiorno, come lei stessa lo ha definito in un’intervista al Corriere, si è ben presto trasformato in una parentesi neppure tanto lunga. In questi due anni la Clerici non si è certo risparmiata: fuori dalla tv, dice di aver vissuto principalmente nel bosco vicino a casa sua ad Arquata Scrivia, tra l’appennino ligure e quello piemontese, ma ha anche prestato la sua immagine e la sua credibilità (?) a una serie di spot pubblicitari per prodotti alimentari di scarsa qualità.
La Clerici su un cartellone pubblicitario
Il problema è tutto qui: come può un volto noto - anzi, notissimo - della tv di Stato prestare la sua immagine a questo tipo di réclame, che di fatto deridono, sminuendolo, il nostro Made in Italy? Pubblicizzare (facciamo solo un esempio) un olio extravergine d’oliva a 3 euro al litro è un insulto ai produttori italiani, già in enorme difficoltà per i problemi del comparto e per le promozioni aggressive di alcune catene della grande distribuzione (il cosiddetto “sottocosto”), che pure il ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, ha di recente stigmatizzato. Quale messaggio potrà mai passare, attraverso queste pubblicità, ai milioni di italiani che non possono non associare Antonella Clerici alla cucina, dopo gli anni trascorsi in tv a parlare di ricette?
E come se non bastasse ecco che adesso la Rai - che due anni fa le aveva dato il benservito - la richiama in campo a parlare sempre e solo di cucina, come se fosse l’unica persona in grado di farlo (!?) e come se nell’azienda di viale Mazzini non ci fosse nessuno sufficientemente attento a fare una valutazione dei messaggi lanciati dalla Clerici in questi mesi, e preoccupato a salvaguardare la credibilità della televisione di Stato che, come di principio, dovrebbe occuparsi di fare “servizio pubblcio”. Gli organi vigilanti ci sono, un ministero tirato in ballo pure. L’augurio è che possano fare in fretta il loro mestiere.
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Alberto Lupini