Lo avevamo scritto meno di una settimana fa: il sottocosto dei prodotti Made in Italy a denominazione nuoce gravemente all’economia dell’agroalimentare italiano. Sul banco degli imputati avevamo messo la Gdo che costantemente butta fuori sui volantini promozionali offertissime per ingolosire i consumatori e impoverire le tasche dei produttori, oltre al tessuto culturale dell’intero Belpaese.
Teresa Bellanova
E oggi è arrivata anche la dichiarazione forte e decisa del ministro alle Politiche agricole,
Teresa Bellanova contro questa cattiva pratica. «Alla grande distribuzione ho chiesto una cosa precisa: no alle continue campagne promozionali di vendita sotto costo». L’annuncio è arrivato da San Casciano Val di Pesa in un incontro con le associazioni di categoria e gli agricoltori toscani.
«Promuovere i prodotti a prezzo scontato va bene una volta - ha proseguito la Ministra strappando un forte applauso in sala - farlo in continuazione significa incidere negativamente sugli equilibri di filiera, scaricare sulle parti più deboli quel mancato guadagno, produrre disinformazione per i consumatori. Se il cibo italiano significa qualità lungo tutte le fasi dal campo e dal mare alla tavola, dobbiamo sapere che quella qualità ha un costo maggiore rispetto a prodotti realizzati in altre parti del mondo magari con standard differenti, nell'uso dei prodotti chimici o nelle fasi di produzione e trasformazione. E questo significa rischio di alimentare la concorrenza sleale tra le imprese e di nuocere anche alla salute delle persone. Penso a un'alleanza con Gdo e consumatori virtuosa, che non penalizza i produttori ma esalta il loro lavoro e i loro sforzi per continuare a garantire eccellenza».
La vendita sottocosto, va ricordato, può essere effettuata solo tre volte nel corso dell’anno e non può avere una durata superiore ai 10 giorni. Il numero di prodotti oggetto di ogni vendita sottocosto non può essere superiore ai 50 pezzi. Ad occhio, dove l’occhio è il nostro quando lo buttiamo su uno dei tanti volantini che ingombrano le cassette postali, poco credibile appare l’osservanza delle tre volte l’anno, della durata dei 10 giorni e, soprattutto, dei soli 50 pezzi.