Droga e sigarette tramite finti rider: gli affari dei clan nel lockdown

A Napoli, ma anche Firenze, Torino e Catania sono scattati gli arresti. Invece di consegnare ai clienti pranzi o cene a domicilio portavano stupefacenti. Con i borsoni termici delle app più famose eludevano i controlli

17 novembre 2020 | 18:55
L’unico modo che i ristoranti hanno disposizione per andare avanti e cercare di sopravvivere è l’asporto e il delivery. Eppure anche queste due modalità rischiano già di essere sporcate, ancora una volta, dalle attività della criminalità organizzata. I clan mafiosi hanno fiutato l'affare: finti rider scorrazzano in motorino per le città ma non per portare pizze, pokè o sushi, ma droga, sigarette e altro, sfilando in tranquillità anche davanti alle pattuglie delle forze dell'ordine così da evadere dai “domiciliari” imposti dal lockdown perché rientrano nelle poche attività consentite. Geniale, se non fosse criminale.


Finti rider per portare la droga

Rider con borse uguali a quelle delle app più famose
In sella ci sono i fattorini (fasulli) che fanno da corrieri al servizio di piccoli gruppi criminali o clan, con sulle spalle un borsone termico uguale a quello usato dalle aziende più famose così da camuffarsi al meglio e non dare nell’occhio. Le forze dell'ordine, che pure avevano avviato i controlli ad hoc, ne hanno fermato qualcuno trovando ben altro rispetto al cibo da consegnare.

Arresti scattati in centro a Napoli
Uno dei finti rider è stato arrestato insieme a due complici nel centro di Napoli da una pattuglia dei Falchi. Gli agenti avevano notato in via Galileo Ferraris uno scooter con due persone a bordo, preceduto da una motocicletta, e avevano seguito il terzetto fino in via Foria, dove i due veicoli sono stati bloccati col supporto di altre pattuglie. Nel borsone c'erano quattro chili di hashish, diretto in qualche piazza di spaccio dove sarebbe stato diviso in dosi e venduto al dettaglio.

A Casoria in manette un 50enne
A Casoria i carabinieri hanno intercettato un altro rider cammuffato, che utilizzava un borsone con logo della stessa app di quello napoletano; in questo caso, però, trasportava delle sigarette di contrabbando. Quando i militari hanno imposto l'alt per il controllo, l'uomo, un pregiudicato di 50 anni di San Pietro a Patierno, si è fermato bruscamente e ha finto di dover effettuare una consegna. Nemmeno il quantitativo era stato scelto a caso: 45 stecche, per un peso complessivo di nove chili, uno in meno rispetto alla soglia che dalla denuncia fa scattare l'arresto. Un altro contrabbandiere era stato fermato a settembre, nel quartiere Mercato: con il borsone pieno di stecche, riforniva le bancarelle.

Ma altri casi anche nel resto d'Italia
L'escamotage non è chiaramente una prerogativa di Napoli: ad aprile a Firenze un riderc "che-non-lo-era" di 32 anni è stato arrestato in piazza della Libertà con 10 grammi di marijuana (e in casa i poliziotti gliene hanno trovati altri 254, oltre a 20 grammi di ecstasy, 2,5 di cocaina e 6 di anfetamine); a maggio a Torino è stato arrestato un 42enne: durante l'orario di lavoro per una nota piattaforma approfittava per consegnare anche droga, nel contenitore del cibo aveva 178 grammi di stupefacenti tra marijuana e hashish; pochi giorni fa, infine, è stato denunciato un finto fattorino 28enne a Catania, fermato mentre consegnava una dose di stupefacente a un cliente.

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Alberto Lupini


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