Ecco come funziona il green pass. Via libera per matrimoni e discoteche

Il certificato italiano servirá per partecipare alle feste di nozze e per entrare nelle discoteche quando verranno riaperte. Per ottenerlo bisognerà essere vaccinati, guariti o in possesso di un tampone negativo . In vigore dopo 15 giorni per chi ha fatto la prima dose del vaccino. Con Astrazeneca validità di un anno

19 maggio 2021 | 17:40
La stagione estiva del turismo italiano è appesa al green pass che con il Decreto del 18 maggio è stato perfezionato. Il Governo ha definito per che cosa servirà, come sarà articolato ed è in definizione anche la sua durata. Si dovrà avere il pass per partecipare a feste di nozze, concerti e per entrare, quando riapriranno, in discoteca, oltre che per spostarsi tra regioni che si trovano in fascia rossa o arancione. La «certificazione verde» (o green pass, come è stato nominato più spesso)avrà la validità di 9 mesi (ma «per i vaccinati con due dosi dovrebbe essere estesa a 1 anno», come ha spiegato Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute) e potrebbe essere il documento che salverà la stagione estiva del Bel Paese. Perchè? Perchè certificherà che ogni soggetto che ne è in possesso sarà stato vaccinato, sarà guarito dal Covid-19 o si sarà sottoposto a tampone con esito negativo nelle 48 ore precedenti.



Ma proprio perchè il percorso di definizione è stato complesso, ecco la risposta ad ogni quesito sorto a tutti coloro che stanno sognando le ferie estive

Green pass, lo strumento per far ripartire l'economia dell'accoglienza

La «certificazione verde», che dimostra di essere stati vaccinati o di essere guariti dal Covid-19 o di essersi sottoposti a tampone con esito negativo, è stata introdotta con l’articolo 9 del decreto legge numero 52 sulle «Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali», approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 21 aprile. Il documento anticipa quello che a metà giugno dovrebbe arrivare direttamente all’Ue, ovvero il «Digital green certificate» che permetterà di spostarsi liberamente in Europa. Come detto, la certificazione made in Italy consentirà lo spostamento tra regioni eventualmente entrate nelle fasce di colore rosso o arancione, ma sarà anche il pass per partecipare alle feste di matrimonio, entrare ai concerti e, forse, anche nelle discoteche, quando riapriranno. La certificazione verde sarà costituita dal certificato vaccinale, che conferma l’avvemuta somministrazione del vaccino in una o due dosi; oppure dal referto negativo di un tampone antigenico rapido o molecolare effettuato al massimo 48 ore prima dello spostamento. Anche il referto della Asl che certifica la fine dell’infezione da Sars-Cov-2 e quindi la guarigione costituirà una certificazione verde che permetterà la libera circolazione. I documenti saranno tutti rilasciati a chi ne farà richiesta sia in versione digitale che cartacea.

Entra in vigore 15 giorni dopo la seconda dose di vaccino

Il «green pass» viene rilasciato già dopo la prima dose ed è valido dal quindicesimo giorno successivo fino al completamento del ciclo vaccinale, come previsto dal decreto legge Covid pubblicato il 18 maggio in Gazzetta Ufficiale. «La certificazione verde», si legge nell’articolo 14, «ha validità di nove mesi dalla data del completamento del ciclo vaccinale». Tuttavia la certificazione «è rilasciata anche contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino e ha validità dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale». A partire dal 15 giugno sarà possibile utilizzare il pass per partecipare alle feste di matrimonio. Servirà anche per spostarsi in regioni che, a causa dell’aumento delle infezioni, dovesero ritornare di colore arancione o rosso. Anche le visite agli anziani nelle case di riposo (Rsa) richiederanno la certificazione verde, per non mettere in pericolo la salute fragile degli anziani che vi sono ospitati. E’ ancora allo studio, ma probabilmente il certificato servirà questa estate per entrare ai concerti e nelle discoteche.

Il pass lo rilasciano i centri vaccinali o il medico di base

Gli enti preposti al rilascio della certificazione verde dipendono dalla condizione in cui si trova il richiedente. Come si legge nel documento, per i vaccinati «la certificazione è rilasciata, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura sanitaria ovvero dall’esercente la professione sanitaria che effettua la vaccinazione». Diverso è per i guariti dal Covid, che devono richiedere la certificazione verde, sempre in formato cartaceo o digitale, presso la struttura dove «è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, oppure, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta». Infine, a chi non è stato infettato, né vaccinato, non resta che poter dimostrare di essere negativo al tampone: l’attestazione viene rilasciata dalla farmacia o dal laboratorio privato in cui si effettua il test molecolare o antigenico.


La richiesta del pass
La «certificazione verde» deve essere richiesta quando ci si vaccina alla struttura sanitaria o all’autorità sanitaria locale dove è avvenuta l’inoculazione. Chi è guarito dal Covid, invece, la deve richiedere al medico di medicina generale che ne ha attestato la guarigione o alla struttura dove è stato curato. La certificazione per il tampone negativo (molecolare o antigenico) viene rilasciata dal laboratorio dove è stato effettuato il tampone stesso.

Il Green pass dura 9 mesi (per ora)

Dai 6 mesi inizialmente previsti, la validità del green pass per i vaccinati è stata portata a 9 mesi, ovviamente a partire dalla «data del completamento del ciclo vaccinale». Per chi invece ha fatto solo la prima dose, il certificato rilasciato ha validità dal «quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale». Chi è guarito dal Covid ha diritto a un green pass valido per sei mesi a partire dalla data dell’avvenuta guarigione. Il tampone negativo è valido per sole 48 ore dal momento in cui si è sottoposti al test.

Con Astrazeneca, validità di un anno

Il green pass di chi viene vaccinato con Astrazeneca, la cui seconda dose al momento è somministrata circa 3 mesi dopo la prima, ha una validità di circa un anno. Il vaccino Pfizer prevede la seconda dose dopo circa 42 giorni, la durata del green pass potrebbe aggirarsi intorno al 10/11 mesi. Il vaccino Moderna ha il secondo richiamo a 42 giorni e la durata del green pass dovrebbe essere sui 10/11 mesi. Il vaccino Johnson&Johnson richiede una sola dose e la certificazione verde avrà validità di 9 mesi.

Nel Lazio, già attivo

Ogni certificazione che attesti la vaccinazione completa o la guarigione dal Covid è certificazione verde. Il Ministero della Salute, comunque, sta approntando gli ultimi dettagli, mentre i certificati vaccinali sono già disponibili in diverse regioni, come il Lazio, che dopo l’inoculazione rende disponibile il certificato verde sul fascicolo sanitario elettronico.

Green pass italiano ed europeo

Il «Digital green certificate» europeo ha le stesse caratteristiche della certificazione verde italiana: certificato di vaccinazione, di tampone negativo o di guarigione. Inoltre, avrà un «QR code» associato a un codice identificativo univoco a livello nazionale e leggibile da tutti gli Stati Ue. Il pass voluto dalla ue entrerà in vigore a metà giugno, dopo la definizione di dati e regole comuni a tutti i 27 Paesi dell’Unione. Con il pass europe ci si potrà spostare nei vari Paesi della Ue senza dover fare la quarantena.


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Alberto Lupini


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