False recensioni, il Gufo gioca sporco e si nasconde dietro al silenzio

11 gennaio 2016 | 16:26
L’ultima segnalazione, in ordine di tempo, in merito alla scorrettezza di TripAdvisor deriva da un commento di un lettore a uno dei nostri articoli sulle false recensioni. Douglas Di Modica, proprietario della “Yemanja Ostricheria”, un ristorante di pesce a Milano, denuncia la misteriosa quanto immotivata cancellazione di circa 60 recensioni positive dal profilo del suo locale su TripAdvisor.

«Vi scrivo per informarvi che da circa 2 mesi - sostiene Di Modica nel suo commento - la società TripAdvisor, dopo non aver aderito a delle proposte da parte loro, continuano a cancellare recensioni positive onde degradare la posizione del mio ristorante. Circa 60 recensioni sono state cancellate, la posizione è stata declassata di mille posti, a seguito da parte mia di non aderire alle loro proposte commerciali. Ovviamente ho tutta la documentazione probatoria».



A stupire non sono solo le dichiarazioni del ristoratore, che purtroppo non sono nuove a chi da mesi sta seguendo la campagna #NotripAdvisor contro le false recensioni, quanto piuttosto il fatto che il nome del ristorante su TripAdvisor non corrisponda al nome effettivo del locale in questione, Yemanja Ostricheria. Al posto del nome del ristorante si trova infatti la scritta “No TripAdvisor”. Dopo esserci messi in contatto con Douglas Di Modica ed esserci fatti raccontare la sua esperienza con il portale americano, abbiamo capito il motivo.

«Tutto nasce a seguito di un contenzioso giuridico nato contro “The Fork” - che appartiene a TripAdvisor ndr - per danni subiti dal mio ristorante. Dopo che ho minacciato una causa legale, insieme a TripAdvisor abbiamo trovato una soluzione: TripAdvisor mi avrebbe ricompensato con una certa somma di denaro, con la promessa di non divulgare nulla di quanto mi fosse successo alla stampa. Ho accettato l’offerta e subito dopo l’avvenuto pagamento, dal profilo del mio ristorante sono sparite circa 70 recensioni positive, senza contare che la posizione del locale si è abbassata di circa mille posizioni».

«Dopo poco tempo ho iniziato a ricevere continue mail di minacce, queste non direttamente da TripAdvisor, le quali insistevano sul fatto che dovessi aderire a delle offerte di vendita di pacchetti di recensioni. Ho inoltrato più volte queste mail a TripAdvisor, ma non ho mai ricevuto una risposta. Sul mio profilo inoltre compaiono molte recensioni negative, che è evidente siano state fatte dalla stessa persona. Tra le altre stranezze posso segnalare che da qualche tempo ho ristrutturato il mio ristorante accorpandolo a un altro locale; in questo caso il regolamento di TripAdvisor prevede che dopo l’invio della documentazione richiesta il profilo del ristorante venga aggiornato. Ma nel mio caso non è stata fatta nessuna modifica; anzi addirittura i dati riportati, come il numero di telefono e gli orari, sono sbagliati.

«Al momento sono ancora in causa con TripAdvisor e ho garantito loro che farò il possibile per ottenere quello che mi spetta. Sono convinto che il trattamento che mi è stato riservato sia il frutto di una vendetta nei miei confronti, visto che io già gli avevo fatto causa. Sono io che cambio il nome del mio ristorante in “No TripAdvisor” perché non voglio averci niente a che vedere, ma non appena se ne accorge, chi di dovere cambia nuovamente il nome. Concludo dicendo che ho anche ricevuto da un manager di TripAdvisor, e non da una presunta società, una mail in cui mi veniva proposto di comprare un pacchetto di recensioni positive per la cifra di 2.500 euro».

Continuando a parlare di casi di questo tipo ci auguriamo di poter mettere fine a questo sistema malfunzionante e del tutto privo di garanzie, per i ristoratori onesti e per i consumatori. Ciò che lascia sempre più sbigottiti è che TripAdvisor scelga il silenzio e non intervenga. Lo ha fatto solo in due occasioni lo ricordiamo: quando ha ammesso di non potere controllare ogni singola recensione che viene pubblicata, provocando la sentenza del Tar del Lazio che ha annullato la multa dell’Antitrust, e quando tramite con una lettera del ceo Steve Kaufer ha negato qualsiasi tipo di collaborazione con le cosiddette “società di ottimizzazione”.

Ma dopo queste facili dichiarazioni nulla è cambiato. Per questo motivo invitiamo i ristoratori, le associazioni di categoria, i consumatori personalmente coinvolti, a denunciare casi anomali. L’iniziativa di Italia a Tavola #NoTripAdvisor nasce con questo intento: mettere fine all’anonimato e alle recensioni tarocche sul web. Per aderire alla campagna e ricevere gratuitamente la vetrofania #NoTripAdvisor CLICCA QUI e compila il form; invia poi foto e video all’indirizzo notripadvisor@italiaatavola.net per testimoniare la tua presa di posizione.

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Alberto Lupini


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