La riforma del reddito di cittadinanza è certamente importante, ma da sola non risolve i problemi del settore nel reperimento di competenze qualificate.
Ciò che serve sono investimenti nei percorsi di orientamento, dedicati ai ragazzi delle scuole e ai
giovani, e di riqualificazione professionale rivolti anche ai lavoratori in uscita da aziende di altri settori che chiudono o delocalizzano.
È questa l'opinione di Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi, che dopo la proposta di stretta al reddito di cittadinanza arrivata ieri dal dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (Lega), si è accodata agli chef e ristoratori, intervistati ieri da Italia a Tavola, per ribadire quanto questo intervento non sia sufficiente per far fronte alle difficoltà nel reperire personale.
All'appello mancano 193mila persone rispetto al 2019
Al momento infatti mancano all’appello 193mila persone rispetto al 2019, di cui 107mila posti di lavoro che prima della pandemia avevano un contratto a tempo indeterminato. Professionisti, dunque, con esperienza nel settore. Esattamente le figure che oggi si fatica a trovare. Secondo le previsioni del sistema Excelsior Unioncamere, infatti, le assunzioni programmate per il trimestre ottobre-dicembre sono 139mila ma il 56% delle imprese denuncia difficoltà nel reperimento a causa della scarsa esperienza e del ridotto numero di candidati.
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Occorre far conoscere ai giovani le reali potenzialità del comparto
Da qui la doppia proposta di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi: «Se si vuole invertire questo trend negativo – spiega la Federazione - occorre far conoscere ai giovani le reali potenzialità del comparto. Mancano completamente quei percorsi di orientamento dedicati ai ragazzi delle scuole e ai giovani in generale, che al momento non sono informati sulle opportunità di lavoro e su quali prospettive di crescita professionale e salariale esistono nelle nostre imprese».
Bisogna puntare sulla riqualificazione professionale
“Parallelamente – aggiunge Fipe – bisogna puntare sulla riqualificazione professionale. Il programma Gol (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori) è un’opportunità per orientare i percorsi di riqualificazione professionale anche ai lavoratori in uscita da aziende di altri settori che chiudono o delocalizzano. I percettori di Naspi dovrebbero, infatti, essere inseriti in percorsi di re-skilling e di formazione per poter poi accedere a nuovi impieghi in nuovi comparti come quello della ristorazione che ha urgente necessità di recuperare i posti di lavoro persi nel corso dei due anni di Pandemia. A tal proposito, orientamento e riqualificazione sono strumenti necessari per restituire al settore la capacità di fare innamorare le persone di un lavoro qualificante, gratificante che rappresenta una reale opportunità di vita e professionale e che contribuisce a costruire l’immagine del nostro Paese nel mondo».
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In cosa consiste concretamente la nuova proposta sul reddito di cittadinanza?
Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon del nuovo Governo Meloni anticipa la svolta, o meglio la stretta, in arrivo sul tema del reddito di cittadinanza, facendo riferimento anche a quando questo strumento era stato pensato dal Movimento 5 Stelle: «Anche allora avevamo un'impostazione diversa dai 5 Stelle. Noi vogliamo solo dare una risposta diversa a chi può lavorare: dignità attraverso il lavoro».
Tra le proposte per il “nuovo” reddito di cittadinanza:
- dopo il primo rifiuto di un'offerta di lavoro, si perderà il diritto a mantenere il reddito di cittadinanza;
- dopo i primi 18 mesi se la persona non avrà trovato lavoro, verrà sospesa dal sussidio per sei mesi e inserita in un percorso di politiche attive per il lavoro. Per esempio, corsi di formazione adatti al suo profilo e alle richieste delle aziende. Percorso che, ha detto la premier Giorgia Meloni, potrebbe essere retribuito ricorrendo alle risorse del Fondo sociale europeo. Per potenziare le politiche attive verranno coinvolte maggiormente le agenzie private e rafforzati gli incentivi per chi riesce a collocare al lavoro gli interessati;
- se la persona ancora non avrà trovato lavoro dopo sei mesi, potrà ricevere di nuovo il reddito di cittadinanza, ma decurtato del 25% e per una durata ridotto di un anno, durante il quale continuerà a fare formazione;
- se anche dopo questo periodo il beneficiario non riuscirà ad accedere al mercato del lavoro, verrà sospeso per altri sei mesi dal reddito, passati i quali potrà chiedere per l’ultima volta il sussidio. Questa volta solo per sei mesi e per un importo decurtato di un altro 25%.
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Alberto Lupini
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