Giro d’Italia, rimandata la partenza Ora tocca a Olimpiadi ed Europei?

La 103ª edizione della corsa rosa non prenderà il via dall'Ungheria il 9 maggio a causa del diffondersi del coronavirus. I Giochi di Tokyo 2020 sembrano essere confermati, ma i dubbi sono tanti

13 marzo 2020 | 16:43
di Federico Biffignandi
Prima le voci filtrate dall’Ungheria sull’annullamento delle prime tre tappe, poi l’ufficializzazione di Rcs (l’organizzatore): il Giro d’Italia non partirà il 9 maggio. Ai meno esperti verrà da chiedersi cosa possa c’entrare l’Ungheria con il Giro d’Italia e la risposta è che la Grande Partenza 2020 si sarebbe svolta (o si svolgerà, tutto dipende dal diffondersi del virus) proprio lì.

L’ipotesi che il Giro potesse essere rinviato era già ventilata diverse settimane fa quando la stessa Rcs aveva annunciato il rinvio delle classiche di primavera, come la celebre Milano-Sanremo (e poi tutte le attività sportive italiane sospese). Oggi nel primo pomeriggio è arrivata l’ufficialità e in un certo senso va bene così. Le nuove date ancora non ci sono, il calendario è intasato perché a luglio c’è il Tour de France (e fermare il Tour, macchina che produce parecchi milioni di euro, non sarà semplice) e poi le Olimpiadi (punto di domanda anche su queste) e poi a settembre la Vuelta.


Il Giro richiama migliaia di persone nelle località dove passa

Al momento c’è tuttavia una prima data che è quella del 3 aprile, giorno in cui il decreto ministeriale scadrà, solo in quel momento l’organizzazione potrà avere un quadro più chiaro della situazione. Intanto però tutto fermo e le località che avrebbero dovuto ospitare gli arrivi e le partenze di tappa iniziano a mordersi le mani. Perché ospitare il passaggio del Giro, oltre ad essere un notevole investimento dei Comuni, è anche un modo per sponsorizzare la propria terra in chiave turistica. Quante le piccole località, soprattutto di montagna, hanno costruito la propria nomea grazie al Giro.

E allora il turismo soffre, soffre ancora oltre a tutto il resto che sta accadendo. Il turismo sportivo sarà penalizzato notevolmente anche perché gli Europei di calcio sono a forte rischio dopo che l’Uefa ha scelto di rinviare tutte le partite di Champions League ed Europa League. Immaginiamo cosa potrebbe succedere a livello di “crac” se la fiamma olimpica non dovesse illuminare il cielo di Tokyo. Il Cio e il Giappone cercano di dare timidi segnali positivi, in pochi ci credono e poi chi andrà da quelle parti a cuor leggero tra circa 4 mesi? Forse una scelta, anche sofferta, ma tempestiva sarebbe d’obbligo. Anche perchè, ci chiediamo, con tutte le limitazioni agli allenamenti che stanno subendo anche i professionisti, quale sarà la qualità di un'edizione olimpica "contagiata"?

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Alberto Lupini


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