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Il virus ferma la stagione sciistica Gli alberghi perdono più di un mese

L’emergenza coronavirus costringe gli impianti di sci a fermarsi. Un danno ingente per tutte le località a partire dagli albergatori che perdono un mese di lavoro. Il ministro agli Affari Regionali non le ha mandate a dire a quegli amministratori che hanno invitato la gente a raggiungere le proprie località di montagna.

di Federico Biffignandi
 
10 marzo 2020 | 07:50

Il virus ferma la stagione sciistica Gli alberghi perdono più di un mese

L’emergenza coronavirus costringe gli impianti di sci a fermarsi. Un danno ingente per tutte le località a partire dagli albergatori che perdono un mese di lavoro. Il ministro agli Affari Regionali non le ha mandate a dire a quegli amministratori che hanno invitato la gente a raggiungere le proprie località di montagna.

di Federico Biffignandi
10 marzo 2020 | 07:50
 

Che beffa. Proprio quando la neve era caduta copiosa prolungando e di molto la (bella) stagione sciistica, ecco che l’emergenza coronavirus obbliga lo sci italiano a chiudere i battenti dopo lo stop alla sola Lombardia arrivato domenica.

Impianti chiusi sulle Dolomiti - Dolomiti Superski, stop allo sciAnche in Val d’Aosta stagione finita
Impianti chiusi sulle Dolomiti

Premessa: la salute prima di tutto. Ma è chiaro che l’economia anche di questa fetta di Italia viene messa a serio rischio. Di fatto gli albergatori e tutto il sistema che ruota attorno alle attività invernali salta e perde ben un mese di lavoro.

«Nei prossimi giorni noi chiudiamo - ha detto Michael Costamoling dello Sporthotel Panorama di Corvara in Badia (Bz) - perché gli impianti sciistici chiudono e la gente torna a casa. Peccato perché per noi la stagione buona sarebbe durata ancora un mese, avremmo chiuso dopo Pasqua e questo stop forzato peserà negativamente sul bilancio di fine anno».

La speranza è quella che l’onda cattiva del virus svanisca il più in fretta possibile, possibilmente per consentire alla stagione estiva di iniziare e andare avanti regolarmente, magari restituendo almeno un po’ di quello che non si è incassato in questo mese.

«Dall’estero - spiega - sono già arrivate prenotazioni e alcune conferme per l’estate. Il mercato italiano invece si muove diversamente: non è possibile dire adesso quale sia la tendenza perché le prenotazioni solitamente iniziano ad arrivare a maggio».

Quanto alle mancate presenze di questo periodo invece, lecito chiedersi che fine faranno le caparre già versate dai turisti: «Ne abbiamo parlato tra albergatori - spiega Costamoling - e ognuno deciderà quello che ritiene più opportuno. Noi abbiamo pensato o di restituirle oppure di trattenerle e sfruttarle per future prenotazioni che riguardino l’estate oppure l’inverno prossimo».

La situazione era già precipitata ieri dove i turisti saliti per il weekend erano dovuti scappare dalle varie località sciistiche della Lombardia in fretta e furia. Gli albergatori avevano già stimato una perdita del 60% del turismo, ma è chiaro che alla luce del provvedimento di oggi i danni saranno decisamente più sostenuti.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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