Green pass, l'accoglienza non ci capisce nulla. Obbligo per i viaggi d'istruzione?

In vista del 6 agosto i gestori delle attività per le quali il certificato sarà obbligatorio sono in apprensione. Gli agriturismi vogliono scaricare gli oneri sui controlli, i villaggi turistici scrivono a Garavaglia

29 luglio 2021 | 12:19

La questione Green pass resta in una bolla sospesa. Manca poco più di una settimana all’introduzione dell’obbligo per bar, ristoranti (al chiuso), cinema, teatri ed eventi sportivi ma le domande sono ancora tante. Tra queste, le principali: chi controlla? Quando serve nei casi limite? Come devono comportarsi i gestori? Tre sono i settori che oggi alzano la mano per farsi sentire: gli agriturismi, i villaggi turistici, i viaggi d’istruzione.

 

Agriturismi e controlli

Gian Luigi Castellini Vimercati, presidente degli agriturismi di Lombardia di Confagricoltura, la mette così: «Siamo del tutto favorevoli all'obbligo dei green pass - precisa - e alla garanzia di massima sicurezza per tutti. Abbiamo sempre lavorato in sicurezza fin da principio e siamo i primi a tenerci alla salute nostra e dei clienti. Ma, vista la caratteristica delle nostre strutture, e per la logistica operativa del nostro lavoro, non possiamo assumerci anche questo onere. Da realtà a conduzione famigliare, dove si passa dalla cucina, alla sala, all'azienda agricola con poche persone, non si può pretendere di far controllare chi entra in un agriturismo, considerato che spesso vi sono molteplici accessi».



Piuttosto, propone il presidente, che si incentivi la responsabilità e il senso civico dei cittadini. Stesso discorso fanno gli esercenti dei ristoranti e delle pizzerie, che sollevano anche problemi legati alla privacy, al controllo della regolarità dei lasciapassare e alla sicurezza personale. «Alla salute ci teniamo tutti - conclude Castellini -, forse però il provvedimento che entrerà in vigore il 6 di agosto, va meglio specificato e chiarito nei passaggi più delicati». Tutte le responsabilità ricadranno sul covid-manager?

 

 

Valtur scrive a Garavaglia

La situazione è complessa proprio per quelle strutture multiple che hanno ristoranti e camere, sia al chiuso che all’aperto. Giuseppe Pagliara, amministratore delegato del tour operator Nicolaus e del gruppo Valtur, lancia un appello al ministro del turismo Massimo Garavaglia affinché venga fatta chiarezza in modo tempestivo e capace di fugare i troppi dubbi ancora in essere per ciò che concerne la regolamentazione dell’accesso ad alcuni dei servizi erogati all’interno dei villaggi turistici, tra cui la ristorazione e l’intrattenimento.


“A una settimana dall’entrata in vigore di un decreto destinato a modificare radicalmente la fruizione di molti servizi troppi sono ancora i dubbi e le zone d’ombra che riguardano la somministrazione di bevande e cibo al chiuso, nonché l’accesso agli spettacoli per le strutture turistico ricettive. Le differenti associazioni di categoria, attive in ambito turistico, hanno lanciato svariati appelli in merito alla vitale necessità di sapere quanto prima quali saranno le regole e ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Tutto questo è assurdo!”.

“Questa mancanza di chiarezza - prosegue - in un’altra estate funestata dallo spettro della pandemia, sta danneggiando in modo macroscopicamente pericoloso un settore come quello dell’ospitalità. Per dirlo fuor di metafora: i tour operator, le agenzie di viaggi e le compagnie alberghiere hanno visto rallentare bruscamente le prenotazioni perché le persone non sanno cosa dovranno fare”.

E ancora: “Dopo il “bagno di sangue” dello scorso anno - e molte promesse di ritorno alla normalità, grazie ai vaccini e alla conseguente messa a punto di un nuovo quadro legislativo - non possiamo permetterci un nuovo tracollo. Abbiamo bisogno di certezze e ne abbiamo bisogno subito. La legge non può rimanere nel regno dell’indefinito e ancor prima di diventare realtà deve contemplare tutte le opzioni che necessitano di essere normate. Ed è per questo che chiedo per la mia azienda e per tutto il settore una risposta chiara, immediata ed esaustiva, che chiarisca come devono essere gestite le somministrazioni di ristorazione e intrattenimento all’interno di villaggi e strutture ricettive similari, e confermi altresì se esistono esclusioni come espressamente avvenuto per la ristorazione nel precedente decreto legge n. 52 all'art.4 in cui veniva esclusa la ristorazione degli alberghi, e al quale pare riferirsi anche l’art. 4 del nuovo decreto in modifica del precedente. Ci dia una risposta subito: serve alla nostra economia e a un comparto che, tra addetti ai lavori e clienti, coinvolge in questi giorni milioni di persone”.

Viaggi d'istruzione

C’è un altro settore particolarmente colpito da questa vicenda: il turismo legato ai viaggi di istruzione. Deciso e con una proposta in mano il presidente di Assoturismo Scolastico, Paolo Radici che chiede a gran voce il green pass: «Il nostro settore - spiega Paolo Radici, presidente di Assoturismo Scolastico - è stato il più colpito dalla pandemia; i viaggi di istruzione sono tutti fermi dal 20 febbraio 2020; il nostro comparto è stato devastato dalla crisi, ma a subire i danni maggiori sono stati gli studenti e le studentesse: i viaggi di istruzione sono delle esperienze culturali, formative e sociali fondamentali nella crescita dei cittadini. Tutti noi abbiamo ricordi bellissimi collegati alle gite. La pandemia ha privato i ragazzi anche di questo pezzo di vita». 


«Vogliamo ripartire - continua Radici - ma vogliamo farlo in piena sicurezza. Devono essere sicuri i viaggi e devono essere serene le famiglie che ci affidano i ragazzi. Per questo motivo, forse in controtendenza con quello che altri settori economici stanno dicendo in queste ore, chiediamo al governo di stabilire l’obbligo per gli studenti che vogliono partecipare ai viaggi di istruzione di avere il green pass. Questa circostanza potrà permetterci di ripartire, ma vuole essere anche il contributo che la nostra categoria vuole dare alla campagna vaccinale. Vogliamo mandare un messaggio ai ragazzi. Divertitevi, facciamolo tutti in piena sicurezza e serenità».


 

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Alberto Lupini


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