Anche il Papa contro le fake news «Serve un impegno comune»

La comunicazione avanguardista e il suo modo diretto di parlare alla gente non poteva che arrivare fino ad un tema bollente come quello delle fake news. Papa Francesco ha chiesto un «impegno comune» contro il fenomeno . Lo ha fatto alla 52ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali

24 gennaio 2018 | 14:53
Non è un caso che il Pontefice abbia toccato questo tema se si considera che il primo appuntamento pubblico del suo pontificato lo ha organizzato proprio incontrando i giornalisti per chiedere loro «attenzione nei confronti della verità, della bontà e della bellezza», tutti principi che nulla hanno a che fare col tema fake news. Il ciclone bufale ha coinvolto negli ultimi tempi anche la stessa Chiesa per creare scandali o cavalcarli. Ma Papa Francesco si è soffermato su questa problematica mondiale anche perché da arcivescovo di Buenos Aires subì numerosi attacchi poco certificati sulla sua persona e sul suo operato.


Papa Francesco

«Oggi - ha detto Bergoglio - in un contesto di comunicazione sempre più veloce e all’interno di un sistema digitale, assistiamo al fenomeno delle notizie false, le cosiddette fake news. La loro diffusione può rispondere a obiettivi voluti, influenzare le scelte politiche e favorire ricavi economici. L’efficacia delle fake news è dovuta in primo luogo alla loro natura mimetica, cioè alla capacità di apparire plausibili. In secondo luogo, queste notizie, false ma verosimili, sono capziose, nel senso che sono abili a catturare l'attenzione dei destinatari, facendo leva su stereotipi e pregiudizi diffusi all’interno di un tessuto sociale, sfruttando emozioni facili e immediate da suscitare, quali l'ansia, il disprezzo, la rabbia e la frustrazione. La loro diffusione può contare su un uso manipolatorio dei social network e delle logiche che ne garantiscono il funzionamento: in questo modo i contenuti, pur privi di fondamento, guadagnano una tale visibilità che persino le smentite autorevoli difficilmente riescono ad arginarne i danni».

Il Papa però guarda anche al bicchiere mezzo pieno, riempito da tutte quelle iniziative che stanno nascendo per combattere il fenomeno: «Non è impresa facile - ha detto - perché la disinformazione si basa spesso su discorsi variegati, volutamente evasivi e sottilmente ingannevoli, e si avvale talvolta di meccanismi raffinati. Sono perciò lodevoli le iniziative educative che permettono di apprendere come leggere e valutare il contesto comunicativo, insegnando a non essere divulgatori inconsapevoli di disinformazione, ma attori del suo svelamento. Sono altrettanto lodevoli le iniziative istituzionali e giuridiche impegnate nel definire normative volte ad arginare il fenomeno, come anche quelle, intraprese dalle tech e media company, atte a definire nuovi criteri per la verifica delle identità personali che si nascondono dietro ai milioni di profili digitali».

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Alberto Lupini


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