Pazzi per l’app che ti localizza Ogni giorno 20mila download

Dal giorno del ritrovamento del cadavere del turista francese morto nel Cilento, è decuplicato il numero di coloro che scaricano l’applicazione Where are U, che serve per geolocalizzare le persone in qualsiasi momento . È disponibile in varie regioni italiane e ad oggi i download effettuati sono già oltre un milione in tutto il Paese

22 agosto 2019 | 09:44
Non solo turisti, escursionisti o camminatori occasionali. Gli italiani sono pazzi di Where are U, l’app in grado di geolocalizzare una persona, attraverso il suo smartphone, in qualsiasi momento del giorno e della notte. Dal ritrovamento, il 18 agosto scorso, di Simon Gautier, il turista francese morto dopo essersi incamminato da solo nei boschi del Parco nazionale del Cilento, i download sono cresciuti in modo esponenziale giorno dopo giorno, raggiungendo il picco di circa 20mila scaricamenti al giorno, contro una media di 1.500 fino al giorno prima del rinvenimento del corpo del giovane.

Un milione di persone hanno già scaricato l'applicazione

Gli italiani riscoprono così la voglia di farsi rintracciare, sempre e ovunque, e non solo necessariamente quando si trovano in vacanza o in situazioni potenzialmente pericolose. Con quell’app non c’è bisogno di sapere e spiegare nulla sul luogo dal quale si chiede aiuto. Latitudine, longitudine e quota vengono trasmessi in automatico alla centrale del 112.

Il cadavere di Simon è stato trovato il 18 agosto; quel giorno s’è iniziato a parlare di emergenza e geo-localizzazione, e i download sono stati 1.511: saliti a 12.080 il 19 agosto e a 18.966 il giorno dopo. La tendenza era identica anche ieri, «a fronte di una media giornaliera tra i 600 e gli 800 download», spiega una nota dell’Azienda regionale per l’emergenza-urgenza della Lombardia.
Le zone d'Italia coperte dai servizi dell'app

Sperimentazione di un’azienda lombarda, oggi Where are U è disponibile un po’ in tutta Italia, anche se le sue funzioni sono efficaci solo dove esiste già il numero unico d’emergenza 112, ovvero a Roma, in Sicilia occidentale, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Trento e Bolzano, oltre alla Lombardia. Tanto per fare un esempio, se Simon si fosse perso nei boschi della Valtellina o delle Prealpi orobiche, e avesse usato l’app, i soccorritori avrebbero saputo in diretta dove si trovava. Sul telefonino compare il logo del 112, si appoggia il dito e al secondo tocco parte la chiamata: «In quel momento - dice Andrea Pagliosa, di Areu Lombardia - vengono trasmesse le informazioni. Se non è disponibile il canale dati, parte un sms, una funziona pensata proprio per la montagna».

Cliccando un’altra icona, Where are U permette anche di fare una chiamata muta: di fatto, tiene aperto il microfono del telefono e l’operatore sa che chi sta chiamando è in difficoltà, ma non può parlare. Il prossimo aggiornamento conterrà anche la richiesta d’aiuto con l’attivazione di una chat, dedicata a persone con problemi di udito che non riescono a sentire le eventuali domande dell’operatore dalla centrale.

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Alberto Lupini


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