Pericolo coronavirus in futuro? Rezza: «Si, potrebbe ripartire»
La paura che il Covid-19 possa ripresentarsi in futuro è una paura concreta e secondo Giovanni Rezza, direttore Malattie infettive dell'Istituto superiore della sanità, è importante avere una strategia per prevenirlo
02 aprile 2020 | 12:00
Il coronavirus «circolerà finché non si crea un'immunità di gregge, e si spera non avvenga in breve tempo perché significherebbe far morire tantissime persone e stressare in modo inaudito il sistema sanitario, oppure finché non si trova un vaccino. Rischiamo continue reintroduzioni perché persisterà nella popolazione e dobbiamo essere attenti a intercettare eventuali focolai. Forse d'estate si trasmetterà di meno, ma ad autunno ci sarà il rischio che riparta. Ci vuole una strategia». E' il monito di Giovanni Rezza, direttore Malattie infettive dell'Istituto superiore della sanità, che in un'intervista a 'la Repubblica' riflette anche sul futuro dell'epidemia di Covid-19 in Italia.
«Se abbattiamo finalmente la trasmissione, poi dobbiamo evitare che tutto riparta - sottolinea l'esperto - Vanno intercettati i casi grazie ai medici di famiglia e ai dipartimenti di prevenzione delle Asl, e messi subito in quarantena».« Anche la App per il tracciamento è uno strumento importante: aiuta a capire dove sono state le persone, così da intercettare contatti a rischio. Si sta lavorando per individuare la soluzione migliore». Il momento è delicato e gli errori non sono ammessi: se l'epidemia riparte, avverte Rezza, «c'è il rischio di chiudere di nuovo tutto».
Fonte: ADNKRONOS
Propaganda italiana di prevenzione contro il Coronavirus
«Se abbattiamo finalmente la trasmissione, poi dobbiamo evitare che tutto riparta - sottolinea l'esperto - Vanno intercettati i casi grazie ai medici di famiglia e ai dipartimenti di prevenzione delle Asl, e messi subito in quarantena».« Anche la App per il tracciamento è uno strumento importante: aiuta a capire dove sono state le persone, così da intercettare contatti a rischio. Si sta lavorando per individuare la soluzione migliore». Il momento è delicato e gli errori non sono ammessi: se l'epidemia riparte, avverte Rezza, «c'è il rischio di chiudere di nuovo tutto».
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