Prandini (Coldiretti): «Subito i fondi per sostenere l’economia»

Se per il momento i rifornimenti sono assicurati, il presidente dei coltivatori torna a lanciare l’allarme per la mancanza di manodopera nei settori dell’ortofrutta e dell’allevamento

28 marzo 2020 | 15:30
di Renato Andreolassi
Se in prima linea ci sono volontari, infermieri e medici in questa cruenta battaglia contro il coronavirus, nelle retrovie altrettanto importante è il ruolo delle decine di migliaia di persone che si occupano di rifornire ogni giorno il settore agroalimentare con prodotti freschi e possibilmente italiani. U

L'allevamento è uno dei settori a rischio mancanza di manodopera

Un esempio su tutti gli allevatori, che ogni giorno devono mungere le vacche, «anche se adesso - sottolinea il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini - nelle stalle comincia a scarseggiare la manodopera, soprattutto quella straniera». Non solo, Prandini ricorda a TTbs7 che sono in stato di crisi due comparti agricoli: «Florovivaismo e vitivinicolo – dice – quest’ultimo in particolare a causa della chiusura di ristoranti bar e di tutte le attività legate al canale Horeca. Rifornimenti comunque ce ne sono, cittadini e consumatori nei prossimi mesi possono stare tranquilli, non avremo carenze né di latte, farina, uova e carni. Sul latte invece c'è un problema di carattere speculativo, per il prezzo alla stalla con tentativi di non remunerare adeguatamente gli allevatori».

La Coldiretti poi concorda con l'allarme lanciato dall'assessore lombardo all'agricoltura Rolfi: «Importiamo troppo latte dall'estero, 29mila tonnellate negli ultimi 15 giorni. Bisogna fare filiera e rendere pubblici i dati delle aziende italiane che importano la materia prima dall'estero in questo difficile momento. Lo abbiamo detto anche al ministro della Sanità Roberto Speranza: è necessario sostenere i nostri prodotti tipici».

Ettore Prandini

Nel comparto ortofrutticolo manca invece manodopera. I cittadini extracomunitari con contratto di lavoro a tempo determinato, con la chiusura delle frontiere a causa del coronavirus, non arriveranno all'interno delle nostre aziende per la raccolta della frutta e della verdura di stagione. «Abbiano proposto al Governo di utilizzare i voucher – dice Prandini – dando la possibilità di far lavorare anche ai nostri concittadini che in questo periodo sono a casa da settimane, senza un impiego e reddito. Potrebbero collaborare nel comparto ortofrutticolo dove nei prossimi mesi dovranno essere raccolti molti prodotti della terra. In grande sofferenza pure  il  florovivaismo. Fiori recisi e in vaso, buona parte andranno persi e distrutti. Per questo settore abbiamo chiesto al Governo di dichiarare lo stato di crisi come per il mondo vitivinicolo. Il canale Horeca è in ginocchio perché non vi sono le prenotazioni dall'estero. È la crisi più grande dopo quella del metanolo».

Al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la Coldiretti ha proposto di sbloccare i fondi di carattere comunitario, senza limiti di spesa per sostenere l'economia, rilanciando così l'occupazione. Infine Prandini, non senza polemiche, rimarca un dato positivo: «Tutti possiamo oggi constare che la filiera zootecnica non è responsabile dell'inquinamento atmosferico come qualcuno sosteneva. Anzi, continua a lavorare con grande senso di responsabilità, in questo momento di crisi. L'agricoltura non è un problema, ma un punto di forza».

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