Sci, la stagione è partita, ma le settimane bianche sono a rischio

Per l'Associazione nazionale esercenti funiviari il bilancio è positivo nonostante le difficoltà. L'Unione dei Comuni montani, invece, stima un 60% di disdette di flussi turistici nei territori montani alpini e appenninici

05 gennaio 2022 | 18:10
di Martino Lorenzini

Lo scorso anno avevano dovuto rimanere chiusi. Stavolta, nonostante le nuove disposizioni sulla sicurezza previste dal decreto legislativo del 28 febbraio 2021 (l’obbligo dell’assicurazione sci, con la Responsabilità civile per i danni provocati a cose o persone, il casco obbligatorio per tutti i minorenni e il il divieto di uso di sostanze alcoliche per chi scia), le disposizioni antiCovid e nonostante la minaccia crescente della variante Omicron, gli impianti da sci, in molte località del Nord d'Italia con l'arrivo delle feste di Natale e di Capodanno sono finalmente rimasti aperti. L'Associazione nazionale esercenti funiviari traccia un bilancio positivo, nonostante le disdette arrivate per la settimana di Natale. Per l'Uncem, l'Unione dei Comuni montani, la situazione è invece grave: «La stima è del 60 per cento di disdette di prenotazioni che erano state fatte nei territori montani alpini e appenninici». Tra gli operatori turistici, albergatori e ristoratori in particolare, oggi regna l'incertezza. Per l'Epifania, si stimano pochi italiani in partenza. In particolare per gennaio e febbraio, mesi "caldi", perché sono quelli utilizzati dagli stranieri per le loro settimane bianche.

 

Esercenti funiviari: bilancio positivo, nonostante le criticità

«La stagione è partita bene, anche se sapevamo che ci sarebbe stato un calo negli afflussi nella settimana di Natale, per via delle disdette che in qualche caso hanno oscillato tra il 25 e il 30%. Oltre a questo, se contiamo che sono state introdotte le nuove regole per la sicurezza e le disposizioni antiCovid, a oggi possiamo comunque tracciare un bilancio positivo». Così Valeria Ghezzi, presidente dell'Associazione nazionale esercenti funiviari ha commentato l'inizio della stagione invernale. «Anche se non abbiamo ancora i dati ufficiali, le disdette, che ci sono state su tutto il territorio, le avevamo messe in conto - ha ripreso - Però abbiamo stretto i denti e tirato avanti. A mio modo di pensare l'aspetto più importante era ripartire e lo abbiamo fatto. Se questo fine settimana il tempo regge sono sicura che potremo ottenere un buon risultato in termini di presenze. Adesso dobbiamo guardare ai prossimi due mesi, quando ci saranno le settimane bianche degli stranieri. Dopodiché potremo tirare le somme».

 

L'Unione dei Comuni montani vede nero

L'Unione dei Comuni montani (Uncem), a differenza dell'Associazione nazionale esercenti funiviari, è più pessimista e guarda al bicchiere mezzo vuoto. La variante Omicron ha fatto aumentare drasticamente le prenotazioni:  «la stima è del 60 per cento fatte nei territori montani alpini e appenninici». Tra gli operatori turistici, albergatori e ristoratori in particolare, oggi regna l'incertezza.

 

Un Consorzio Dolomiti da (quasi) tutto esaurito

Sarà per il loro innegabile fascino, dove la natura è da sempre la vera protagonista,  o dai loro panorami mozzafiato, sta di fatto che sulle Dolomiti, quest'anno, gli addetti ai lavori durante le feste di Natale e Capodanno hanno potuto godere di un vero e proprio boom di presenze. Lo ha confermato Marco Pappalardo, direttore marketing di Dolomiti Superski. «Abbiamo assimilato subito le nuove normative», ha spiegato. Ma non solo, nelle 12 valli coperte dal Consorzio è stata prevista la verifica puntuale del Green pass (normale o rafforzato), attraverso un sistema di attivazione dello skipass che richiede la validazione quotidiana dello stesso attraverso un’applicazione fornita dallo stesso Consorzio (che tra l'altro ha "varato" anche una speciale App che fa la coda per gli sciatori).  «La piacevole novità di quest'anno è stata l'incremento dei turisti stranieri, in particolare a dicembre, provenienti in larga parte dall'Austria, dove sono state applicate maggiori restrizioni per contrastare la pandemia. La speranza è che possano tornare l'anno prossimo. Ma nel frattempo dobbiamo guardare al prosieguo della stagione. Dopo il 9 di gennaio ci sarà un inevitabile calo, ma è fisiologico. Di solito poi la stagione riprende a fine mese. In ogni modo è difficile fare previsioni. La situazione attuale è troppo complicata».

 

Sorridono Ponte di Legno e il Tonale

Il Comprensorio Ponte di Legno Tonale, situato a cavallo tra due Regioni e due Province, ha aperto i "battenti" il 27 novembre, registrando fin da subito mille sciatori al giorno. Un numero che è salito drasticamente durante le Feste. «Abbiamo avuto qualche disdetta negli alberghi, a causa dell'emergenza pandemica, soprattutto da parte dei gruppi più numerosi - ha spiegato Michele Bertolini, direttore del Consorzio Pontedilegno-Tonale - Ma nelle seconde case, sparse nelle nostre località turistiche, c'era tanta gente. Mi auguro quindi che ce ne sia altrettanta per il "weekend lungo" che ci attende. Tra l'altro, a livello di disposizioni antiCovid, abbiamo anche fornito le mascherine di tipo Ffp2 (da utilizzare obbligatoriamente in funivia e in cabinovia, ndr) agli utenti che ne erano sprovvisti. Ora la nostra attenzione è rivolta a gennaio e febbraio. Stiamo aspettando l'arrivo degli stranieri, ma non possiamo dire se le nostre aspettative saranno ripagate appieno».

 

 

 

Numeri pre-Covid in Val d'Aosta all'apertura della stagione, ma la zona gialla incombe

Vista la situazione legata all'emergenza pandemica, che si riscontrava a novembre in Austria e Germania, Ferruccio Fournier, presidente dell'Associazione valdostana impianti a fune, si era detto molto preoccupato in vista dell'arrivo delle imminenti Feste e della apertura stagionale. Ma alla fine, seppure lui stesso abbia definito «prematura» qualsiasi tipo di analisi, finora nel complesso è andata bene. «Abbiamo avuto neve, abbiamo riscontrato la presenza di parecchi italiani e, come avevo previsto, un po' meno di stranieri - ha spiegato - Prima di Natale c'è stato un incremento di presenze pari al 12% rispetto a quelle che avevamo registrato nel 2019, ovvero prima dell'inizio della pandemia. In ogni modo, per tracciare un vero e proprio bilancio dovremo aspettare il 10 gennaio, ovvero al termine del weekend. La nostra Regione al momento rischia di entrare in zona gialla, mi auguro che non diventi arancione. Colgo quindi l'occasione per invitare chi non l'ha ancora fatto a vaccinarsiÈ l'unico modo che al momento conosciamo per sconfiggere il virus».

 

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Alberto Lupini


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