Stop al coprifuoco degli alcolici Milano, via l'ordinanza dopo il caos

Il sindaco Beppe Sala ha revocato il provvedimento che consentiva la vendita delle bevande alcoliche da asporto solo fino alle 19. La decisione dopo le manifestazioni di piazza dei giorni scorsi

04 giugno 2020 | 15:45
di Gabriele Ancona
Dieci giorni dopo averla emanata, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha revocato l’ordinanza che vietava la vendita da asporto degli alcolici dopo le 19. Lo ha fatto sull’onda dell’indignazione delle manifestazioni di piazza incontrollate dei giorni scorsi. «Quando vedi i cosiddetti gilet arancioni o le scene di ieri a Roma, come faccio a dire ai ragazzi voi rimanete in casa? O facciamo tutti la nostra parte con le stesse regole, o non è che i più forti si possono permettere di tutto e chi è più indifeso, come i giovani, paga pegno», ha dichiarato il primo cittadino del capoluogo lombardo nel corso trasmissione “Otto e mezzo” su La7.
 

Revocata a Milano l’ordinanza in vigore dal 26 maggio che vietava la vendita da asporto degli alcolici dopo le 19

Una decisione maturata anche dopo aver preso atto che i gestori dei locali si sono fatti parte attiva nel far rispettare le regole e che  la stragrande maggioranza dei cittadini utilizza dispositivi di protezione, osserva la distanza di sicurezza ed evita di formare assembramenti. Il “principio di proporzionalità e adeguatezza” ha messo in cantina l’ordinanza in vigore dal 26 maggio.

«L’ordinanza aveva un senso – spiega Micaela Mainini, rappresentante della famiglia titolare dello storico Bar Jamaica – in quanto si venivano a creare bivacchi e si favorivano quei locali che facevano un asporto “allegro”, senza regole e a prezzi stracciati. Una concorrenza sleale nei confronti di chi ha seguito con rigore le disposizioni di legge. L’entusiasmo iniziale a volte si è trasformato in far west. Bene anche la revoca, a fronte, certo, di un week end tranquillo, ma che ha il valore di un segnale importante: Milano è sana e questo concetto va trasmesso a tutto il mondo. La gente deve tornare in Italia. Basta con la paura e il terrore. Bisogna ricominciare a vivere».

Dal cuore di Brera a quello dei Navigli. Qui Maurizio Manvati, barman di alto profilo e titolare sull’Alzaia del Banco, ha una visone diversa. «Il Naviglio è stato il capro espiatorio della città – racconta – La nostra sensazione, dal marciapiede, è stata di vedere tanta gente ma nel rispetto delle regole, disciplinata. A misura di sicurezza e con le mascherine e fuori dai locali tavoli ben distanziati. In compenso, tanti giornalisti in cerca di scoop. È una questione di punti di vista: se una foto inquadra una strada in prospettiva, le persone sembrano tutte schiacciate. E quando viene pubblicata su un giornale crea indignazione e soprattutto spaventa. Noi abbiamo applicato le regole al 100%. Che la clientela sia tranquilla è nel nostro interesse. Questa ordinanza non ha ridotto la presenza delle persone per la strada. Dopo due mesi di blocco la gente va comunque in giro, anche senza il bicchiere. Ben venga la revoca, che oltretutto mette in un angolo l’abusivismo».

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