Turismo e ristorazione abbandonati Centinaio: Così muoiono le imprese

L’ex ministro per le Politiche agricole e il Turismo fa un bilancio di quella che è la situazione “aiuti” che il Governo ha destinato all’Horeca. «Sembrano figli di nessuno, non sono al centro dei progetti» . Poi uno sguardo alla vendemmia imminente con il problema del poco personale e del rischio contagi

28 agosto 2020 | 08:30
di Federico Biffignandi
Anche le forze politiche di minoranza si dicono amareggiate per le soluzioni che il Governo ha messo in atto per sostenere il mondo del turismo italiano. Al fianco degli addetti ai lavori, che quotidianamente lottano per ottenere sostegni più concreti e strutturali, c’è anche l’ex ministro per il Turismo Gian Marco Centinaio (Lega) che in un’intervista esclusiva a Italia a Tavola ha fatto il punto della situazione.


Governo assente nei sostegni strutturali

Senatore Centinaio, come giudica gli aiuti che il Governo ha destinato al turismo negli ultimi decreti?
Se dobbiamo guardare alle intenzioni del Governo posso dire che qualcosa è stato fatto. Tuttavia, concretamente, non c’è nessun professionista del settore che sta dicendo di essere soddisfatto per quelli che sono stati i provvedimenti messi in atto. Significa che le idee forse ci sono, ma mancano i soldi e quindi manca anche tutto ciò che serve al comparto. Noi lo abbiamo detto e ribadito: turismo e ristorazione sono i settori che hanno più pagato, ma ora sembrano “figli di nessuno”. È una dimostrazione del fatto che il Governo non li mette al centro delle proprie politiche; basta notare che ancora si pensa al turismo solo di agosto, senza considerare gli altri 11 mesi dell’anno. In questo modo le imprese muoiono.
 
Tanti italiani, nonostante gli appelli, hanno deciso di passare le vacanze all’estero e ora gran parte dei nuovi contagi da Covid 19 arrivano proprio con il loro rientro dai Paesi stranieri.  Forse non è stato fatto abbastanza, secondo lei, per trattenere gli italiani in patria?
I buoni vacanza sono stati un disastro, Franceschini non deve sbandierare numeri imbarazzanti. I turisti con alto potere di spesa hanno evitato l’Italia e sono andati altrove. Non sono state fatte campagne mediatiche, Franceschini aveva promesso fondi a favore della comunicazione ma non se ne è fatto nulla. Chi è rimasto lo ha fatto per senso civico nazionale, nonostante il Governo abbia fatto poco o nulla. Il problema, ribadisco, è che ora tutti pensano che passata l’estate il turismo non sia più un problema. E invece ci sono i weekend, ci sono le città d’arte, ci sono i percorsi sulle nostre colline con gli agriturismi punti di riferimento. E poi c’è tutto il mercato dell’enoturismo che parte adesso, non appena finisce la vendemmia.
 
Appunto, la vendemmia. Lei che è stato ministro per le Politiche agricole come pensa si possa affrontare un momento così importante con una carenza di personale dovuta al fatto che gli arrivi dall’est Europa di lavoratori sarà ridotto al lumicino?
Avevamo lanciato proposte ai Ministri Bellanova e Catalfo per utilizzare gli italiani perché non è vero che gli italiani non hanno voglia di lavorare. Nella mia zona - l’Oltrepò - so di tanti connazionali pronti ad andare in vigna. Ma se mancano i voucher, se le assunzioni non sono light, se non si attirano gli studenti di agraria, se non si pensa ai disoccupati o a chi percepisce reddito di cittadinanza allora le difficoltà ci sono e pure evidenti. Alcuni imprenditori hanno preso comunque braccianti provenienti dall’estero facendogli fare la quarantena, ma non tutti sono stati in grado di farlo per tempistiche e costi.


Gian Marco Centinaio

A che punto siamo con la questione voucher per la quale lei si è sempre battuto?
Vedo una chiusura forte da parte della maggioranza, non se ne parla nemmeno più e per quello che concerne questa vendemmia o fino a che il Governo resta in carica non se ne parlerà più ed è un peccato.
 
C’è, secondo lei, il rischio di dover gestire un’eventuale nuova emergenza nei campi, dopo la vendemmia?
Nessuno ne ha discusso, nessuno ne ha parlato. Si è accennato alla salute degli operatori, ma tutto è stato lasciato molto alle “buone pratiche” delle regioni o delle province. Così si avviano politiche disequilibrate all’interno dell’Italia, con il rischio dei braccianti che vengano individuati come gli untori principali, un po’ quello che sta accadendo nei locali di divertimento in Sardegna.
 
A proposito invece di Made in Italy, nelle scorse ore la Germania ha dato il via libera all'uso facoltativo della cosiddetta etichettatura a semaforo sugli alimenti. Cosa si sta facendo per proteggere i nostri prodotti?
Non c’è dialogo con il Governo e quindi le notizie che ci arrivano sono poche e non sempre chiare. Ci sembra di capire che il Governo abbia proposto l’etichetta “a batteria”, ma non abbiamo riscontri su una vera e propria trattativa con l’Europa, lo chiederemo nel prossimo confronto ufficiale che si presenterà.

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Alberto Lupini


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