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Vendemmia al via tra le polemiche In Franciacorta serve manodopera

La raccolta appena iniziata in Lombardia sarà di buona qualità, ma manca personale. Gli aiuti promessi dal governo alle aziende stentano ad arrivare e l'export è in calo.

di Renato Andreolassi
 
12 agosto 2020 | 09:45

Vendemmia al via tra le polemiche In Franciacorta serve manodopera

La raccolta appena iniziata in Lombardia sarà di buona qualità, ma manca personale. Gli aiuti promessi dal governo alle aziende stentano ad arrivare e l'export è in calo.

di Renato Andreolassi
12 agosto 2020 | 09:45
 

Vendemmia fra le polemiche per la mancanza (causa Covid) di manodopera straniera, calo delle esportazioni (- 4-5% secondo Coldiretti, nei primi cinque mesi dell'anno) e aiuti pubblici annunciati e non ancora arrivati. Unica consolazione - per ora - è che sarà sicuramente una buona annata in quantità e qualità. Secondo il Consorzio della Franciacorta, prima zona ad iniziare la raccolta delle basi delle bollicine, sul monte Orfano in quel di Coccaglio, di uve Pinot nero, Pinot bianco e Chardonnay, «la campagna 2020 risulta essere una delle più equilibrate dell'ultimo decennio. Ha aiutato anzitutto - commenta Francesco Franzini, vicepresidente del Consorzio - il clima asciutto e ventilato di luglio. tanto che lo stato sanitario delle uve è impeccabile, così come le condizioni di maturazione».

La vendemmia è partita anche in Franciacorta - Vendemmia al via tra le polemiche In Franciacorta serve manodopera

La vendemmia è partita anche in Franciacorta

Si ipotizza una produzione tra i 100 e i 120 quintali per ettaro, motivo per il quale è stata anche richiesta l'attivazione della riserva vendemmiale. Fin qui l'aspetto tecnico, anche se siamo solo all'inizio della stagione. A tener banco è invece la mancanza di personale, soprattutto di donne e uomini, provenienti dai Paesi dell'Est. Causa pandemia, nel bresciano, i pochi stagionali stranieri in arrivo devono osservare un periodo di quarantena in alcune strutture messe a disposizione dalle aziende. Per il resto invece, occorre fare una pausa di riflessione sui molti italiani che potrebbero impegnarsi in questo settore.



Certo, è faticoso e si suda nelle vigne ed è forse più comodo un sussidio statale, ma lavorare nel mondo vitivinicolo per i più giovani (e non) può rappresentare un importante sbocco occupazionale in questo momento di crisi. Per chi è disoccupato e cerca un impiego, seppur momentaneo, la vendemmia può rappresentare una interessante fonte di reddito, in attesa di giorni migliori. Insomma, chi ha voglia di lavorare si faccia avanti: nelle cantine vi è bisogno di tanta manodopera. Infine un accenno all'export che per la prima volta, dopo 30 anni, è in calo a causa della Pandemia e della Brexit.

La Cina ha comprato molto meno vino made in Italy (-44%) così come l'Inghilterra (-12%); davvero adesso serve che il Governo e le Regioni scendono in campo a sostegno del settore con nuove e più aggressive strategie commerciali.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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