Venezia contro il turismo di massa Tornelli in due ingressi, piovono proteste

Per il ponte del Primo Maggio, Venezia ha deciso di regolare il flusso turistico attivando due postazioni di filtraggio, una a Calatrava e l’altra poco dopo la stazione S.Lucia. Protesta dei No Global

30 aprile 2018 | 15:10
Una trentina gli attivisti che nella giornata di domenica hanno rimosso uno dei due tornelli, quello prima del ponte di Calatrava, in piazzale Roma. Il motivo della protesta stava scritto in uno dei tanti striscioni esposti che recitava: “Venezia non è una riserva, non siamo in via di estinzione". Il varco è stato ripristinato poco dopo l’accaduto e sul posto si è subito recato anche il sindaco Luigi Brugnaro.


(foto: Repubblica.it)

A monitorare costantemente il flusso turistico, una centrale operativa della Polizia Municipale la quale decide - in caso di sovraffollamento - di chiudere i varchi e far percorrere ai turisti percorsi alternativi per l’ingresso nel cuore della Serenissima. Brugnaro, duramente criticato dai No Global per la scelta ha replicato: «Noi continueremo a voler risolvere a tutti i costi i problemi della città».

Nei giorni scorsi lo stesso primo cittadino aveva così commentato la scelta di introdurre le due zone di filtraggio: «Vogliamo dire a tutta l'Italia che le persone che decidono di venire a Venezia sono sempre ospiti importanti per noi. Stiamo sconsigliando, soprattutto a quelli che vengono in giornata, di arrivare in giorni da bollino nero per una maggiore vivibilità di questa città. Il mio dovere è che ci sia sicurezza a Venezia: devieremo il traffico a stantuffo, cioè se serve».


(foto: Repubblica.it)

Dura la posizione dei manifestanti: «Le immagini della città sbarrata, dell'ingresso selettivo, della riduzione dell'urbano a parco a tema - spiegano - susciterebbero un sorriso amaro se fossero l'ennesima provocazione dell'ennesimo artista intenzionato a denunciare la progressiva morte di Venezia. Suscitano invece indignazione perché simboleggiano la resa definitiva di un'amministrazione che non solo si copre di ridicolo globale, ma che contemporaneamente alza le mani di fronte all'emergenza esodo, all'impoverimento demografico e sociale della città che amministra. Questa misura non va a colpire il turismo mordi e fuggi, esattamente l'opposto. Da una parte crea la figura di un cittadino legittimo, cosa di per sé antidemocratica, omogenizzante, passibile di essere interpretata in senso beceramente etnico-identitario. Dall'altra, imponendo un dispositivo di controllo ai danni dello stesso “Veneziano legittimo”, gli sta dicendo che è ormai espropriato della propria città».

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Alberto Lupini


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