Virus, i direttori d’albergo: «Ricadute gravi, noi impotenti»

Preoccupazione è stata espressa dall'associazione di categoria, che parla di un calo potenziale di «4 milioni di turisti». Tanti erano i cinesi annunciati quest'anno in Italia. Al momento i collegamenti sono interrotti

01 febbraio 2020 | 18:13
Passivi, impotenti, rispetto a una situazione che rischia di sfuggire di mano e che, se dovesse proseguire per tanto tempo, potrebbe generare perdite commerciali di molto superiori, rispetto a quelle che già l’intera categoria degli albergatori stanno subendo. Con questo stato d’animo i direttori d’albergo intervengono sulla questione del coronavirus. Un modo, innanzitutto, per esprimere solidarietà al collega dell’hotel Palatino di Roma, chiamato in questi giorni a gestire una situazione ancor più complicata, dopo che nella sua struttura hanno soggiornato i due turisti trovati positivi al virus.

L'hotel romano dove hanno alloggiato i turisti malati

«Questa situazione sta già provocando, e continuerà a farlo, ricadute sociali, mediatiche e commerciali che non vanno né sottovalutate ma neanche ingigantite, nella speranza che quanto prima l’allerta possa rientrare - Alessandro D’Andrea, presidente dell’Associazione Direttori Albergo Italia - A noi operatori del mondo dell’hotellerie e del turismo non resta che affidarci alle istituzioni nazionali ed internazionali poiché i controlli in aeroporti, stazioni e porti siano capillari».


Alessandro D’Andrea

In attesa di capire come evolverà questo quadro in continuo mutamento, Ada non nasconde la preoccupazione che gli alberghi possano essere percepiti come luoghi particolarmente a rischio perché frequentati da clienti provenienti da tutto il mondo. «È dunque bene chiarire come le strutture siano sempre e costantemente sanificate – dice ancora D’Andrea – e che gli operatori sono formati per seguire le corrette procedure, anche in caso di eventi particolarmente gravi».

E non manca la preoccupazione legata allo stop dei voli e dei viaggi da e per la Cina visto che questo è proprio uno di quei mercati in forte crescita e sul quale l’intero settore puntava: «La stima per questo 2020 era di 4 milioni di arrivi. Un turismo, inoltre, molto rivolto al lusso verso cui l’Italia si sta sempre maggiormente orientando. È evidente che le ricadute commerciali ed occupazionali potrebbero essere devastanti in un’Italia nella quale il turismo dà lavoro a 4,2 milioni di persone attestandoci come Paese europeo in cui le attività turistiche generano il maggior numero di posti. Purtroppo, come direttori d’albergo, abbiamo un ruolo passivo non potendo far altro che continuare a gestire strutture e servizi sempre al massimo degli standard e nel rispetto delle normative».

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Alberto Lupini


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