Francesca Speranza: con lo stop agli eventi ho cominciato a scoprire il mio territorio
Decoratrice nella pasticceria professionale e insegnante in diverse scuole anche all'estero, per i lockdown ha rivolto l'attenzione a un mondo vicino prima inesplorato per mancanza di tempo , avviando nuovi progetti "alla portata del momento" con imprenditori che hanno capito come muoversi
29 gennaio 2021 | 12:30
di Carla Latini
Francesca Speranza
Sei arrivata in finale anche nel 2019 piazzandoti quarta. Il tuo ruolo professionale come sugar artist è molto singolare. Come preferisci essere definita?Sugar artist va bene. Artista dello zucchero. Ma preferisco decoratore nell’ambito della pasticceria professionale. Plasmo la pasta da modellaggio e ne faccio opere uniche. Provengo da una formazione di grafica e illustrazione e arrivo al graphic&web design affascinata dal mondo della pasticceria. La tecnica e la manualità sono le mie armi vincenti. Insieme alla fantasia e al mio modo di vivere sempre in evoluzione e movimento.
Sei docente in tre scuole romane e anche all'estero il tuo insegnamento è molto apprezzato. Insegni tecnica artigiana, manualità in corsi di formazione di pasticceria. Vuoi parlarne?
Amo insegnare. Sono ore che passo con grande piacere condividendo con i miei allievi il sapere artigiano. Mi sento un mezzo per tramandare conoscenza e dare strumenti indispensabili per muoversi in autonomia. Fare e lavorare la pasta, creare delle opere, imparare a calibrare e usare i colori crea una forte empatia e uno scambio di emozioni ogni volta unico.
In questo lungo periodo costituito da zone gialle, arancioni e rosse com’è cambiato il tuo approccio con l'insegnamento?
Ci siamo tutti adattati con i video e i tutorial necessari. Facendo lezione a distanza ma, continuo a ripetere, che in presenza, soprattutto per il mio lavoro, è sicuramente molto meglio.
Sei solita partecipare a fiere ed eventi internazionali per promuovere aziende e prodotti e vivi di scambi culturali e esperienze. Come hai ridimensionato questa tua appassionante attività?
Questa parte del mio lavoro è il mio zoccolo duro. Occasioni di contatti, condivisioni, scambi culturali e crescita. Venuto a mancare per questo lungo periodo mi sono concentrata sul territorio. Mi sono guardata intorno. Vicino a me c’è un mondo inesplorato per mancanza di tempo, prima, che mi sta dando delle belle soddisfazioni. Nuovi progetti alla portata del momento. Con imprenditori che hanno capito come muoversi.
Francesca Speranza si definisce decoratore nell’ambito della pasticceria professionale
Che significato ha, di questi tempi, il Premio Italia a Tavola?
Un significato doppio se non triplo. I 36 protagonisti scelti da Italia a Tavola solo lo specchio dell’Italia più bella. Categorie importanti. Pilastri di cultura, territorio, turismo. Il Premio è un grande riflettore che amplifica e comunica tutto ciò. Adesso più che mai.
E soprattutto, che significato ha per te che non fai parte del mondo della classica pasticceria?
Quando 4 anni fa mi fecero partecipare ero emozionata e stupefatta di vedere il mio volto accanto a quello del mitico Iginio Massari. La pasticceria classica è un’altra cosa che amo e ammiro da sempre. Io faccio l’artista dello zucchero e per questo mi sento onorata di essere fra i grandi pasticceri italiani.
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