Gli italiani tornano a lavorare in campagna

Se qualche decennio fa i giovani dalle aree agricole si spostavano in città in cerca di lavoro, oggi la tendenza sembra essersi invertita. Le ultime analisi evidenziano un aumento di produttività del settore agricolo

24 gennaio 2020 | 08:16
di Rocco Pozzulo
Mi è tornata in mente una vecchia canzone di Battisti degli anni ‘70, in cui si metteva in evidenza la vita dura e monotona del contadino di quei tempi. Era normale, in pieno boom economico e industriale, l’esodo dei giovani verso le città, verso lavori e vite più desiderabili. A distanza di anni, invece, la terra torna ad attrarre. Le ultime analisi evidenziano un aumento di produttività del settore agricolo con un boom di forza lavoro giovane. Un segnale positivo per la nostra economia.


Gli italiani tornano a lavorare in campagna

Io, da semplice cuoco, incentiverei maggiormente l’intero settore, agevolando oltre agli ingressi di giovani nel settore agricolo anche quelli nelle aree montane per le nostre piccole produzioni tipiche, frutto di tradizioni secolari, con incentivi di defiscalizzazione per coloro che continuano a investire nel settore agricolo e zootecnico. Tutto ciò creerebbe benefici per le nostre produzioni locali, meno importazioni dall’estero, calo della disoccupazione e, cosa non da poco viste le recenti emergenze, favorirebbe il presidio del territorio per prevenire, nei limiti del possibile, il dissesto idrogeologico.

Ma tutti devono fare la loro parte, dal singolo cittadino agli enti locali, sia privati che pubblici, fino alle istituzioni politiche. Come Federazione italiana cuochi già lo stiamo facendo da anni con il nostro silenzioso lavoro di tutti i giorni, acquistando italiano, attingendo alle produzioni di nicchia e a “km 0”. Lo abbiamo sempre sostenuto e lo abbiamo ribadito di recente quando abbiamo sottoscritto un protocollo con il ministero delle Politiche agricole e quello degli Affari esteri per la 4ª Settimana della Cucina italiana nel mondo (dal 18 al 24 novembre 2019), dedicata quest’anno al tema “Educazione alimentare: la cultura del gusto”. Noi sempre “in prima linea”, dunque, contro la globalizzazione, nemica delle culture e delle più sane tradizioni, il tutto a beneficio del nostro futuro.

Concludo facendo riferimento a un passo di Tucidide (V secolo a.C.): «Bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro». I nuovi nostri contadini, giovani e laureati, che hanno abbracciato l’agricoltura “3.0”, lo stanno già attuando e noi di Fic siamo al loro fianco.

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Alberto Lupini


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