#laureaccoglienza trova un altro alleato Dorina Bianchi: «Sì al tavolo di lavoro»

27 settembre 2017 | 15:21
di Andrea Radic
Martina Maurizio: presente. Fedeli Valeria: presente. Bottura Massimo: presente. Marchesi Gualtiero: presente. Bianchi Dorina? Sì, presente. All’appello, volutamente in stile scolastico, hanno risposto “presente” personalità politiche e della cucina di spicco alla proposta di Italia a Tavola di avviare un’Università dell’Accoglienza sostenuta tramite l’hashtag #laureaccoglienza. Questi non sono gli unici perché l’appoggio “verbale” è arrivato anche dal presidente dell’associazione “Noi di Sala” Marco Reitano, dalla docente universitaria Roberta Garibaldi, da Desiree Nardone, direttrice di Food Genius Academy. E ancora da Confesercenti, Confindustria Alberghi ed Epam fino ad Euro-Toques, Ais, Ada e Jre. Dunque la risposta affermativa di Dorina Bianchi, sottosegretario Beni e attività culturali ha il sapore di un marchio che deve dare il via alla discussione concreta.


Dorina Bianchi

Onorevole Bianchi esiste una carenza formativa post diploma nel settore?
Il problema oggettivo esiste, la carenza formativa c'è, anche perché il cibo non è solo bontà ma è ambiente, produzione, origine delle materie prime, valorizzazione dei territori e ecosostenibilità. Oltre a una visione particolare verso la salute, ciò che mangiamo si ripercuote sulla vita molto di più di quanto non pensiamo. Il nostro emblema è infatti la Dieta mediterranea, giustamente candidata a patrimonio immateriale dell'Unesco. Il settore, in particolare le aziende, chiede una formazione di maggior livello Culturalmente siamo preparati alla qualità, per questo il percorso formativo va trasformato e reso più efficace, quindi un progetto di questo genere è importante soprattutto per il turismo, settore nel quale è importante dare al turista consapevolezza del valore del cibo e del vino.

Da dove si dovrebbe partire?
Quanto sollevate è un tema su cui lavorare, io sono pronta, ma parallelamente dobbiamo riformare gli Istituti Alberghieri che dovrebbero diventare "Liceo dell'Ospitalità" con un biennio base e tre anni di formazione specifica da implementare con corsi di perfezionamento, lingue straniere e stage, lavorando anche sullo strumento "alternanza scuola lavoro" creando maggior dialogo tra il mondo dell'industria turistica e la scuola. Un tempo chi non aveva capacità di studio, frequentava l'alberghiero, oggi la situazione è molto cambiata. Le nuove necessità sono specialistiche, ma la base formativa deve essere migliore.

Come vede la creazione di un percorso formativo post diploma?
Sono a favore di un percorso accademico e di tutto ciò che aumenta il livello formativo successivamente al liceo, che però, ripeto va migliorato introducendo più esperienza pratica che teorica. Dobbiamo immettere nel mondo del lavoro ragazzi con un bagaglio di professionalità importante. E consentire a chi sceglie l'università di arrivarci preparato.

È disponibile a sedere ad un tavolo di lavoro ministeriale che lavori a colmare questa carenza accademica?
Certamente.

Hashatag: #laureaccoglienza

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