Le Marche secondo Montersino Una serata al Marchese del Grillo
Ospite nel ristorante di Fabriano (An) della cuoca Serena D’Alesio, il pastry chef piemontese ha fatto assaporare la sua cucina utilizzando gli ingredienti del posto
11 febbraio 2020 | 10:08
di Carla Latini
Luca Montersino e Serena D'Alesio
L’amicizia con Serena risale al 2001 quando lei, ragazzina, era in stage all’Etoile e lui era un giovane, severo, insegnante. «Per quanto provo a staccarmi, la cucina classica della tradizione rimane sempre dentro di me», ci disse Serena mesi fa. La presenza di Luca con la marchigiana Romina Imbrescia, sua compagna nella vita e nel lavoro, rafforza il concetto. Se qualcuno, da questa performance del 6 febbraio, si aspettava travolgente innovazione, ha sbagliato indirizzo. La simpatia della D’Alesio e il sorriso sornione di Montersino accompagnano i numerosi ospiti, tanti sono i ristoratori in sala, in un percorso morbido come le colline di Fabriano. Ogni piatto ha la sua storia e Luca è un cantastorie senza uguali.
La polentina e le pincinelle
La Polentina di legumi misti e mais a otto file con crumble di ciauscolo, insaccato proprio qui, è un inizio caldo e rassicurante. Le Pincinelle con ragù di coniglio in porchetta e crema di finocchietto selvatico sono un omaggio alla cucina povera della campagna. Si ottenevano con l’impasto del pane avanzato e venivano condite con sughi forti di carne. Il coniglio in porchetta ha un aspetto diverso. Sia all’occhio che al palato. Poteva mancare l’agnello in potacchio? È con purè di fave secche, alici, capperi e prezzemolo. Sapori che toccano corde nascoste nel dna di ognuno di noi. Tutto il pubblico, soddisfatto e incuriosito dalle parole dei due protagonisti in sala con Mario D’Alesio, attende con trepidazione il dessert: Pizza imbottita secondo Montersino.
L'agnello e la pizza imbottita
Due dischi di pan di Spagna delicatamente imbevuti di Alchermes farciti di crema alla vaniglia e al cioccolato e adagiati su una morbida meringa bruciata. Gli abbinamenti di Mario rappresentano il meglio delle cantine che fanno crescere il vino marchigiano nel mondo. Il Verdicchio di Matelica Riserva 2016 di Belisario, il Rosso Piceno Pongelli 2016 di Bucci e il passito Maximo di Umani Ronchi. La storia d’amore di Luca Montersino con le Marche è appena iniziata.
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