Il messaggio di “Insieme si può” Gioventù e differenze da valorizzare

Che potesse essere un evento costruttivo e per certi versi anche rivoluzionario lo si preannunciava e sperava, ma che riuscisse a regalare certe emozioni è stato sorprendente per partecipanti e organizzatori . "Insieme si può" ha colpito tutti e probabilmente ha segnato un punto di svolta per il senso di squadra in cucina

14 febbraio 2018 | 15:21
L’evento organizzato da Italia a Tavola a Milano per contrastare il fenomeno del bullismo e per affermare che le disabilità non sono un limite, ha entusiasmato ancor prima i protagonisti, ovvero gli studenti addetti alla cucina e all'ospitalità, dell’Istituto alberghiero Paolo Frisi di Milano, e quelli impegnati a creare un sottofondo musicale davvero sorprendente, della Fondazione Sequeri Esagramma Onlus.



Tra questi Giulio che ha suonato il Contrabbasso, Marco che si è cimentato con la Marimba e Riccardo che ha interpretato i brani con violino e il vibrafono, una sorta di xilofono ma con pedale.

Federico Militante, vicepreside Iis Paolo Frisi ha spiegato: «L’impressione di fronte a questa iniziativa è sicuramente positiva, perché i ragazzi si sono calati in situazioni reali che gli hanno permesso di formarsi sul campo».

Laura Stampini, provveditorato agli Studi di Milano, ufficio inclusione ha evidenziato l’importanza di una scuola interpretata nel modo corretto: «La scuola che dovrebbe configurarsi come comunità di pratica, rivela gli aspetti più coerenti con la sua stessa mission quando si dà vita a eventi come questo».

Luca Azzolini, preside Iis Paolo Frisi: «I nostri studenti cambiano in queste situazioni e danno il loro meglio. Anche i ragazzi diversamente abili si integrano quando si indovina il loro genio e gli si permette di darne prova».



Silvia Chiodin, regista, ha preso l’aspetto più emozionale della mattinata: «Mi concentro sulla forza della fragilità che permette a tutti di cambiare la propria prospettiva. E poi dà i brividi sentirli suonare».

Arianna Censi, vicesindaco Città Metropolitana di Milano ne ha fatto naturalmente una questione di tipo sociale: «Siamo abituati a considerare differenze migliori e peggiori e questo è il più grande errore che possiamo fare. Milano ha la possibilità di seguire l’esempio dei Paesi che si sono sviluppati attraverso la valorizzazione delle differenze».

Presente anche Luca Bernardo, primario e direttore dipartimento infantile Fatebenefratelli: «I ragazzi - ha detto - spesso non si rendono conto dell’arte che sanno donare e non si accorgono che la vita è un dono da preservare e mantenere».

La psicologa Francesca Maisano, ha affrontato il tema del cyberbullismo: «C’è la noia alla base di questo fenomeno, i ragazzi che lo mettono in atto non hanno nulla e ogni dipendenza diventa difficile da gestire».



Gabriele Rubino, Fondazione Sequeri Esagramma Onlus: «La musica è una possibilità terapeutica, ma diventa elemento importante della vita di chi la studia. Nell’orchestra ci muoviamo come una brigata di cucina».

Cucina, musica, ma anche enologia. Carlo Pietrasanta, presidente nazionale Movimento Turismo del Vino ha osservato: «Ritengo che il fattore umano sia fondamentale, nell’enoturismo c’è bisogno di ragazzi giovani che con una base di cultura su cibo e vino vengano nelle cantine per fare accoglienza».

Infine Alberto Lupini, direttore di Italia a Tavola: «La parola d’ordine è inclusione e questo è il nostro tentativo di dare un contributo contro il dilagare di bullismo e violenza su tutti i livelli. I rapporti di lavoro che si manifestano in cucina, in sala o in un’orchestra musicale sono le modalità migliori per fare vedere che c’è un modo diverso di stare in questa società e lavorare. La cucina non è solo esasperazione, non è solo competizione, non è solo Masterchef».

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Alberto Lupini


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