La nazionale dei ristoratori mette in gioco la solidarietà

Gli iscritti sono 50, di cui 30 stellati; quest’anno hanno raccolto 12mila euro da destinare in beneficenza. Pranzo alla cantina Barisèi, in Franciacorta, per i tradizionali auguri di Natale

03 dicembre 2019 | 11:41
di Renato Andreolassi
Cinquanta ristoratori iscritti, di cui 30 stellati Michelin, formano l'agguerrita squadra della Nir, sigla che sta per Nazionale Italiana Ristoratori. Non solo grandi chef ma anche appassionati di calcio che quest'anno, nelle partite giocate in tornei nazionali e internazionali, hanno raccolto quasi 12mila euro tutti destinati in beneficenza. E nel 2020 saranno nuovamente in campo il 7-8 e 9 giugno per disputare i campionati europei contro Austria, Germania e Svizzera. Giocheranno in quel di Imola, anche per festeggiare i 50 anni del mitico S.Domenico.

Un momento del ritrovo della nazionale ristoratori in Franciacorta

«La nostra - ha dettto il presidente Massimiliano Mascia - è una squadra giovane che si mette in gioco con la qualità e la concreta voglia di fare qualcosa anche per chi è meno fortunato». E gli scritti alla Nazionale si sono ritrovati in Franciacorta, in quel Erbusco nella poco conosciuta cantina vinicola "I Barisèi" per il tradizionale pranzo degli auguri di Natale. Al loro fianco, sponsor d'eccellenza e di altissima qualità, S. Pellegrino, Clai, Horecatech e da quest'anno anche “I Barisèi”. Nella suggestiva location nata in un cascinale che qui esisteva fin del 1898, la famiglia Bariselli - i fratelli Francesco e Gian Battista e il nipote Gian Mario - da quattro generazioni produce uve spesso destinate alle cantine vicine di casa e terra.

Ritrovo all'azienda vinicola I Barisèi

«Nel 1979 abbiamo messo a dimora nuovi vigneti - ricorda Gian Mario Bariselli - e nel 1989 vinificato le prime bottiglie. Abbiamo 40 ettari in proprietà e produciamo 35mila bottiglie, la potenzialità è di 100mila ma ci arriveremo con gradualità. La nostra filosofia è molto semplice: lavoriamo la vite subito, quando è a 10 centimetri di altezza, togliamo le doppie gemme e la testa, così da avere poi un'uva sana e non dover buttare nulla durante la vendemmia. Insomma selezioniamo a monte, in vigna». E la bontà si sente. Notevole il Rosé, 100% Pinot Nero, il Nature dosaggio zero, e il Sempiterre Cuvée in questa cantina dove nulla viene lasciato al caso nella più classica delle economie circolari, senza aggiunta di zuccheri e liquore. Alta qualità, come quella della Squadra Nazionale dei Ristoratori.

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