Prima che pasticceri, siamo uomini in difficoltà

Ora parlare di professione e di lavoro è complicato, sia perchè ce n'è poco sia perchè prima di tutto va curata l'umanità. Ricevo telefonate di colleghi in lacrime e non so come aiutarli

04 dicembre 2020 | 15:33
di Roberto Lestani
Un Natale senza pasticceria è un Natale triste e una pasticceria senza Natale rischia di essere un disastro, più grave di quello già verificatosi negli ultimi mesi. Il nostro mondo, che lavora per creare dolci e dolcezze soprattutto nei momenti di festa, si avvicina ad una delle occasioni più floride dell’anno con timore, difficoltà, incertezza e necessità di reinventarsi.


Natale difficile per i pasticceri

Che Natale ci attende?
Siamo insomma tutti con l’elmetto in testa, pronti per sfidare ogni scenario che si palesa davanti a noi. Non sappiamo come potremo affrontare questo periodo natalizio, ma anche se dovessimo farcela a lavorare saremmo comunque in bilico per il domani che ci attende. Fino a che la Pandemia non sarà passata noi resteremo sempre in prima linea per provare sempre ad andare avanti.

Va forte l'e-commerce
Da un punto di vista prettamente professionale, in molti si stanno attrezzando per essere attivi ed efficienti con l’e-commerce, considerando che l’asporto è ormai un’attività che è entrata a pieno regime in ogni pasticceria. Non è facile perché significa cambiare il modo di vendere, rivedere la struttura della propria impresa, ma i consumatori cercano questo tipo di servizio e allora il lavoro si facilita un po’. Ma basterà? Tutti stanno cercando di fare l’impossibile per tenere botta, per non licenziare e per non chiudere, ma molti ci sono davvero vicini, diversi l’hanno già fatto e altri lo faranno.

I colleghi mi telefonano in lacrime
Ricevo quotidianamente telefonate di colleghi nonché padri di famiglia in lacrime perché non sanno come fare ad andare avanti ed io mi ritrovo senza parole, senza consigli, senza idee tecniche perché è impossibile in questo momento parlare di impasti, di materie prime, di metodi di lavoro, di novità. Mi viene solo da togliermi il cappello da pasticcere, parlare da cristiano e dire di affidarci al Signore perché in questo momento non si può fare altro, ce lo impone la situazione.

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Alberto Lupini


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