Solare, tenace, non convenzionale: Fabio Campoli si racconta
Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Fabio Campoli, cuoco e fondatore di Azioni Gastronomiche, che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigo
17 febbraio 2021 | 09:30
di Carla Latini
Fabio Campoli
Ha deciso di credere e investire in un nuovo mestiere al servizio della ristorazione. Proprio per questo è un volto rinomato a livello internazionale, consulente per catene di ristoranti all’estero, nonché tra i rari professionisti del food design chiamati a lavorare nel settore cinematografico. Campoli rievoca banchetti storici e scenari gastronomici nei film, da “Mangia, prega, ama” fino a “To Rome with love” di Woody Allen e all’ultimo film con Checco Zalone, “Tolo tolo”.
La sua filosofia a tavola, nel lavoro e nella vita si riassume nell’attenzione verso le buone cose, in una logica in cui l’essenziale è visibile agli occhi di chi vive la cucina non come fine, ma come mezzo per trasmettere emozioni e tramandare storia e cultura. Il 2021 si prospetta per lui ricco di tante nuove attività. Lo attendono diversi live cooking show nel corso di webinar e convegni, una nuova scuola di cucina online tutta dedicata al mondo delle carni e tante nuove consulenze. Seguitelo sulle sue pagine social per restare aggiornati sulle sue iniziative alla portata di tutti!
Da bambino cosa sognavi di diventare?
Uno stimato veterinario
Il primo sapore che ti ricordi.
La pizza farcita con cicoria ripassata e pomodorini di mia nonna, cotta al forno a legna, con quel profumo inconfondibile di lievito madre
Qual è il senso più importante?
Il sesto!
Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.
Un’anatra farcita di anguille vive per l’allestimento di una scena nel corso della fiction “Roma”, alla quale ho partecipato come food designer
Come hai speso il primo stipendio?
Il mio primo motorino per andare a lavorare: prima ci andavo solo a piedi o in bicicletta!
Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
Le capesante al tartufo del “Le Cirque” di New York, i deliziosi roast beef serviti con jacket potato ad Hollywood, le tortillas di Città del Messico
Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
L’aria!
Qual è il tuo cibo consolatorio?
Indubbiamente gli spaghetti
Che rapporto hai con le tecnologie?
Mi tengo sempre aggiornato, ma senza che invadano troppo il mio stile di vita
All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: qual è?
Qualsiasi dolce
Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
Il re dei cuochi (e cuoco dei re) Marie-Antoine Carême
Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
“Relatività”, opera di Escher del 1953, dove non sempre tutto è ciò che sembra!
Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
“Born to be wild” degli Steppenwolf
Per informazioni: www.fabiocampoli.it
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Alberto Lupini