Turismo mordi e fuggi, città vuote Il nostro settore aspetta settembre

Gli arrivi dall'estero per hotel e ristoranti di livello sono quasi inesistenti, a pagarne le conseguenze città come Milano. Meglio lago e montagna, ma non c'è costanza. Anche per gli eventi si aspetta settembre

29 agosto 2020 | 15:40
di Enrico Derflingher
Confrontandosi con gli associati di tutta Euro-Toques Italia, mi rendo conto che per noi cuochi, per noi ristoratori, la crisi è ancora forte e non accenna a diminuire. Mi riferisco alle grandi città, in primis Milano, dove il turismo internazionale di lusso è ancora assente, dove tanti alberghi di livello (con rispettivi ristoranti) hanno posticipato la loro apertura a settembre. Sempre nelle grandi città, anche la ristorazione sente il peso della crisi: tanti locali lavorano solo al 20%, i più fortunati al 50%.



Campania, Toscana e Veneto sono tra le regioni dei nostri associati meno svantaggiate da questa situazione: vivono di turismo, spesso di prossimità, ma troppo spesso "mordi e fuggi".



Questo crea confusione anche per l'organizzazione del locale: servono molti dipendenti per i weekend, quando chi abita "in zona" vuole regalarsi una pausa, mentre dal lunedì i coperti diventano molto meno e quindi i lavoratori in esubero. Lago e montagna in questo momento sono forse quelli che vivono meglio per la loro posizione privilegiata, lontana dalla frenesia delle grandi città.


Il turismo nelle grandi città è quella parte del settore che soffre di più

Un'estate che per tanti è stata una boccata d'aria dopo il lockdown per la ristorazione tutta sembra essere l'ennesima dura prova da affrontare, nell'attesa di settembre. Lo dimostra anche il servizio catering per eventi, un'avventura nella quale mi sono recentemente "lanciato" anche io. Le richieste ci sono, ma sono poche, devono essere organizzate nel pieno rispetto delle norme per prevenire il Covid. Ho notato, tra la mia attività e quella dei miei colleghi, anche qui un maggior numero di preventivi per settembre.


Al lago e in montagna sì, ma spesso solo per soste mordi e fuggi

Tutti dati, insomma, che fanno ben sperare per l'autunno. Un autunno che sia da conferma dopo questa estate di transizione. Si tratta quindi di stringere i denti ancora per poco, nella speranza il settore possa avere l'occasione di ricominciare con tutti gli ingranaggi ben oliati. Noi ci crediamo, tanto che siamo pronti a portare di nuovo la Cucina italiana all'estero: il primo appuntamento come Euro-Toques è in programma a novembre in Ungheria. L'importante è resistere.

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Alberto Lupini


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