Agricoltura ecosimbiotica, il futuro Capaldo: Vantaggi per tutti

Gli effetti non riguardano solo le piante, ma gli animali, i prodotti agricoli derivati e l’uomo, parte finale di questo processo. A tu per tu col responsabile zootecnico per Slow Food in vista della giornata della terra

16 aprile 2020 | 17:44
di Piera Genta
Italia a Tavola continua a celebrare la Giornata mondiale della Terra, in calendario il 22 aprile, intervistando autorevoli figure professionali da sempre vicine all’ambiente. Oggi abbiamo incontrato Sergio Capaldo. Veterinario, è responsabile zootecnico nazionale per Slow Food e presidente dei consorzi Eco-simbiotico e Allevatori La Granda.


Sergio Capaldo

Cosa significa la Giornata mondiale della Terra?
Sicuramente un momento di riflessione, non un arido appuntamento sul calendario.

Nel 1996 ha rilanciato la razza bovina piemontese, oggi parla di agricoltura simbiotica che  definisce agricoltura 4.0. Una nuova sfida agricola?
All’inizio è stato un percorso difficile proprio perché si gettavano le basi per una rivoluzione del concetto di allevamento con una filosofia produttiva rivolta alla tutela del benessere ambientale, animale e umano. I principi de La Granda hanno portato a una crescita collettiva che ha arricchito, e non solo economicamente la professionalità degli allevatori e l’intera filiera. Va ricordato, che uno dei presupposti è garantire un prezzo della carne fisso tutto l’anno. La nuova sfida agricola parte nel recuperare la fertilità del suolo, in quanto esiste un legame forte fra la pianta e i microorganismi presenti nel suolo. Sembra un paradosso, ma nel lungo periodo,  con l’utilizzo di diserbanti, insetticidi e fitofarmaci,  pensati per proteggere la pianta, sono stati sottovalutati gli effetti negativi legati alla perdita di terreno fertile. Per ritornare alle origini, La Granda ha sviluppato un progetto eco-simbiotico volto a migliorare la qualità del suolo con una ricerca effettuata sulle radici delle piante e sui batteri del terreno, sulla biodiversità del suolo. Si parla di agricoltura simbiotica, quando il concetto di simbiosi viene sintetizzato come “associazione tra più individui da cui ognuno trae beneficio” ovvero un nuovo metodo di coltivazione e di allevamento che si fonda sul rispetto della simbiosi tra gli attori della catena alimentare: terra, animali, uomo. Gli effetti di questa simbiosi non riguardano solo le piante, ma riguardano gli animali ma anche i prodotti agricoli derivati e l’uomo come parte finale di questo processo.  

Quali sono i progetti del Consorzio eco-simbiotico ?
Nel 2016 nasce al Salone del gusto di Torino  il Consorzio eco-simbiotico con un manifesto in cui in oltre 20 punti si riassumono i principi fondamentali e gli obiettivi che l’agricoltura simbiotica vuole raggiungere. Abbiamo avviato importanti progetti di ricerca con il Politecnico di Torino per preparare i giovani agricoltori di domani; stiamo creando I distretti di produzione per proporre sul mercato un paniere di prodotti unici, legati al biota microbico valorizzando i territori di origine, quindi anche un risvolto turistico. Seguiamo le aziende che rispettano il disciplinare di produzione e si stanno certificando. E abbiamo unito molte discipline.

Per finire…
In questi giorni tutti si stanno interrogando su cosa succederà alla ristorazione. Purtroppo ci ricordiamo più delle guerre che delle pandemie, ma se manca la prevenzione, lasciamo un spazio libero anche al virus per insinuarsi. Di certo dobbiamo dare meno valore allo spettacolo della cucina e maggiore attenzione a quello che mettiamo nel piatto. Il ristoratore deve vantarsi della qualità del cibo che offre. Occorre anche fare un grande lavoro con la ristorazione collettiva per ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza. Cambiando il modo di fare agricoltura, cambiano gli animali,  cambiano i prodotti e cambia quello che finisce nel piatto.

Per informazioni: www.lagranda.itwww.agricolturasimbiotica.it

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