No a sovrappeso e muscoli allenati per ridurre i rischi alle ginocchia

Le ginocchia sono spesso soggette a lesioni anche gravi che possono derivare da traumi durante l'attività fisica, ma anche da altri fattori come i chili in eccesso o un mancato potenziamento della muscolatura

20 marzo 2020 | 09:32
Il ginocchio è la tomba dei medici. Tante lesioni, le più gravi, sono facilmente riconoscibili ma molti altri dolori, fastidi e difficoltà di movimento sono di difficile identificazione. Provare a prevenire qualsiasi tipo di danno però è possibile con alcuni accorgimenti che apparentemente non hanno nulla a che fare con l’articolazione, ma che al contrario possono rivelarsi determinanti. Ne parla Andrea Bruno, ortopedico e traumatologo di Humanitas in un articolo pubblicato su Humanitasalute che qui riportiamo integralmente.




Molte lesioni a carico del ginocchio interessano il suo menisco, il cuscinetto che fa da ammortizzatore dell’intera articolazione. Più che di menisco bisognerebbe parlare di menischi, al plurale, e non solo perché nel ginocchio se ne trovano due ma perché questi tessuti sono presenti anche in altre parti del corpo, come nell’articolazione temporo-mandibolare. L’attenzione principale, in ogni caso, è rivolta al ginocchio perché è qui che il menisco subisce i traumi più frequenti ed è qui che si fanno sentire di più gli effetti della sua degenerazione: l’artrosi.

Il menisco è costituito da tessuto cartilagineo fibroso e serve le articolazioni per garantirne il movimento; grazie al menisco la tibia aderisce al femore. Nel ginocchio ce ne sono due, uno laterale a forma di cerchio quasi completo, e uno mediale a forma di semicerchio. In che modo possiamo proteggere il menisco del ginocchio e preservarne la funzionalità?

«I chili in eccesso non fanno altro che sovraccaricare l’articolazione del ginocchio. Perdere il 10-15% del proprio peso corporeo aiuta la biomeccanica del ginocchio e, in caso di dolori articolari, aiuta a diminuire la sensazione di dolore».

«Presentare un adeguato tono muscolare permette all’articolazione di funzionare in maniera adeguata. Per ottenere questo è importante praticare regolarmente, e con criterio, attività fisica che tonifichi la muscolatura degli arti inferiori», ricorda lo specialista.

Non solo gambe. Per la salute delle ginocchia è bene potenziare anche la muscolatura della parte superiore del corpo per migliorare la propiocezione: «L’obiettivo finale è quello di ridurre l’incidenza di traumi e infortuni. Tonificando la parete addominale si aumenta la stabilità del bacino e si riduce il rischio di infortuni. Per questo scopo sono importanti esercizi mirati o attività fisica come il pilates, lo yoga, la fisiokinesiterapia posturale e propiocettiva».

L’indicazione del potenziamento del tronco vale in particolare per quegli sport per cui sono frequenti i contatti che possono mettere in pericolo i menischi per via dei traumi distorsivi a carico del ginocchio: «Dal calcio alla pallavolo, dallo sci al rugby al basket. Il corretto allenamento e la preparazione atletica che mirino a sostenere propiocezione e core stability servono proprio a ridurre le probabilità di subire un infortunio, ricordando sempre che il “rischio zero” non esiste. Importante anche indossare calzature adeguate al proprio piede e in buono stato».

«Un regime alimentare bilanciato è uno dei pilastri fondamentali per il controllo del peso e per mantenere un buon metabolismo. Tuttavia non c’è un tipo di alimentazione che vada direttamente a rinforzare i tessuti del menisco. In commercio ci sono degli integratori condroprotettori della cartilagine ma non ci sono forti evidenze scientifiche circa la loro efficacia. In ogni caso la raccomandazione è di seguire sempre uno stile di vita sano, anche dopo aver subito un trauma o con un processo degenerativo dell’articolazione in corso».

«Anche l’idratazione non ha un effetto diretto sul menisco ma indirettamente contribuisce al benessere generale, a mantenere una buona funzionalità muscolare e quindi a ridurre il rischio di farsi male», conclude il dottor Bruno.

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Alberto Lupini


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