Londra, Bancomat eroga Prosecco Ira del Consorzio: «È una frode»

Automatic Prosecco Machine: si chiama così l'erogatore di calici di bollicine in centro città, voluto dalla vineria della capitale inglese Vagabond Wines . Un tributo secondo alcuni, ma per il presidente del Consorzio Prosecco Doc Stefano Zanette «si tratta di una frode nei confronti dei consumatori inglesi e di un danno di immagine per noi»

07 febbraio 2020 | 16:28
Si chiama Apm, un acronimo molto simile al classico Atm, le casse bancomat, ma che in realtà sta per "Automatic Prosecco Machine". Sì, perché si tratta di un distributore automatico di calici di Prosecco, installando a Londra su iniziativa di una vineria della capitale, Vagabond Wines, in un punto della città in cui fino a quale tempo fa c'era proprio un bancomat.


La macchina che eroga calici di Prosecco in centro a Londra

La notizia è riportata dalla rivista americana Forbes, che rilancia le immagini della Apm pubblicate dalla stessa cantina londinese sul suo sito web e sui suoi canali social. Caratteristica peculiare del distributore è quella di non riempire più di un calice alla volta, una scelta determinata dall'intenzione di comunicare un segnale di moderazione nel consumo di bevande alcoliche.

Per le bollicine veneto-friulane la nuova iniziativa può potrebbe essere letta come una specie di "tributo" in chiave tecnologica del mercato estero primo nelle importazioni nei confronti del Prosecco. Non la pensa così il presidente del Prosecco Doc Stefano Zanette: «Si tratta evidentemente di una frode nei confronti dei consumatori inglesi, oltre che di un serio danno di immagine per la nostra denominazione».


Stefano Zanette

«La prima segnalazione alle autorità inglesi operata dai nostri uffici - continua il presidente - risale a metà della scorsa settimana, non appena il Consorzio ha avuto evidenza della cosa. Il Consorzio si è attivato, inoltre, con i propri legali, al fine di contestare l'illegittimo riferimento alla denominazione Prosecco apparso sul distributore londinese».

«Con l'occasione - conclude Zanette - il Consorzio ribadisce che, al netto di quanto accaduto nel Regno Unito, agirà in tutte le sedi contro chiunque, in Italia e all'estero, continuerà a somministrare del vino alla spina vendendolo come Prosecco, cosa non ammessa in alcun modo dal disciplinare vigente».

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Alberto Lupini


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