Scoperta e produzione della birra Il merito è delle donne
Per conoscere il ruolo delle donne nella produzione di birra è necessario risalire fino alla preistoria. Storicamente sono state soprattutto loro ad occuparsene, essendo un’attività per lo più domestica
Nel nostro Paese sei donne su dieci apprezzano la birra e ne bevono in quantità moderata; la tendenza è verso il piacere del gusto non verso l’ebbrezza, confermando la propensione italiana ad un consumo volto alla qualità (le consumatrici europee ne bevono 3-4 volte tanto). L’attenzione delle donne al gusto della birra è tutt’altro che nuovo e va ben oltre il momento del consumo: se nel nostro immaginario il mondo della birrificazione è popolato di frati paciosi con la caraffa in mano e mastri birrai barbuti, va detto che il protagonismo dei maschi in questo settore è un fenomeno recente e conseguente alla rivoluzione industriale che soppianta via via ogni forma di autosussistenza.
Fatta eccezione per la birrificazione nei monasteri, che risale al Medioevo, storicamente sono state soprattutto le donne ad occuparsi della produzione, un’attività prevalentemente domestica fino a tre secoli fa. Nel XVII secolo la pratica era ancora diffusa in tutta l’Irlanda:le birraie adibivano una stanza esclusivamente alla birrificazione e in alcuni casi aprivano i battenti per mescere agli avventori. La produzione casalinga, per quanto diffusa e popolare, è andata in crisi con l’importazione delle birre scozzesi e inglesi e con l’affermazione delle grandi industrie irlandesi nel ‘700. In Inghilterra, nel XVI secolo, troviamo le “Alewives” che producono birra nella propria abitazione adibita a locanda: tra queste Elynoure Rummynge, che nonostante il suo aspetto sgradevole a fronte dell’eccezionale qualità delle sue birre diventa la protagonista di un poema popolare pubblicato nel 1624 da John Skelton.
Per conoscere il ruolo delle donne nella produzione di birra è necessario risalire fino alla preistoria. Prima, però, è il caso di ricordare che non è un maschio, ma Santa Ildegarda di Bingen, badessa del monastero benedettino di Rupertsperg e grande botanica tedesca, che intorno al 1100 d.C. sperimenta per prima il luppolo come ingrediente aromatizzante in sostituzione delle spezie, dando inizio alla grande rivoluzione tecnica che ha cambiato per sempre la produzione birraria.
La pratica dell’agricoltura risale ad almeno 10.000 anni fa ed è un passaggio della storia dell’umanità strettamente connesso alle conoscenze e alle tecniche accumulate e fatte evolvere dalle donne. In questo contesto va inquadrata la scoperta della birra. Gli studi ci diranno sempre di più sul ruolo femminile nella birrificazione preistorica; ci accontentiamo di richiamare qui una fra le notizie più antiche che ci sono pervenute: Ninkasi, matrona della birra, è una divinità sumera alla quale le sacerdotesse mesopotamiche offrono doni per propiziarsi la fertilità della terra e dei grembi materni; durante le cerimonie bevono birra.
Sull’attualità del rapporto donne-birra è interessante l’articolo sull’International Women’s Collaboration Brew Day di OtusTrip.
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Alberto Lupini