57 multe per la cena da Ferrari, lo "Sciamano" modenese di IoApro

Sabato 24 aprile, a Modena, le forze dell'ordine sono intervenute per far cessare una cena nella pizzeria del ristoratore noto per la sua pertecipazione alla manifestazione IoApro. Chiuso il locale per 5 giorni

26 aprile 2021 | 12:14
Sono state 57 le persone multate sabato 24 aprile a Modena per essere andati a cena nella pizzeria di Hermes Ferrari («anche se a me risulta che nessuno degli avventori abbia ricevuto alcunché», ha precisato Ferrari), il ristoratore emiliano noto per essersi presentato durante le recenti proteste davanti a Montecitorio vestito da "sciamano", come Jake Angeli durante l'assalto a Capitol Hill negli Stati Uniti. Motivo? Niente mascherina, ma soprattutto violazione delle misure che impedivano servizi diversi da asporto o delivery.



A far scattare i provvedimenti, la violazione delle norme anti-contagio nel giorno in cui, tra l'altro, proprio a Modena andava in scena la manifestazione "No paura day", finita con insulti alle forze dell'ordine e diverse sanzioni per il mancato utilizzo delle mascherine. Stessa cosa occorsa nel locale di Ferreri. «Mi hanno elevato una sanzione da 400 euro oltre alla chiusura che non rispetterò perché la Costituzione afferma che il lavoro è un diritto», ha commentato Ferrari. Sul posto, sabato sera alle 20, si sono presentati agenti della Digos insieme a personale della polizia locale che hanno anche notificato la chiusura del locale per cinque giorni.

Le sanzioni si accumulano: quasi 5mila euro

Sanzioni che ormai si sommano alle precedenti per un costo totale di quasi 5mila euro: «Io ho fatto ricorso, deciderà poi il giudice se accoglierlo o meno. Di fatto, secondo il mio parere e quello di molti costituzionalisti, l'articolo 1 della Costituzione mi dà il diritto di lavorare e quindi quelle multe contestatemi sarebbero invalide», racconta Ferrari raggiunto al telefono nel giorno ufficiale delle riaperture.

Non valeva la pena aspettare? «Sono aperto dal 15 gennaio»

Il 26 aprile, infatti, anche in Emilia-Romagna si è tornati al giallo. Ancora pochi giorni, insomma, e Ferrari avrebbe potuto riaprire senza incorrere in alcun problema. «Ma io è dal 15 gennaio, da quando ha aderito a IoApro che non chiudo il mio locale; una cosa che in molti non hanno avuto il coraggio di fare. Solo così sono riuscito a salvare la mia azienda. Certo, l'ho fatto sapendo benissimo a cosa andavo incontro ma in questo modo ho pagato qualche affitto arretrato, le bollette, aiutato qualche dipendente che riceveva una cassa integrazione da fame, ecc. Non mi pento», spiega Ferrari.

Prossima battaglia, il coprifuoco alle 22

E sul motivo della multa, il ristoratore emiliano ci tiene a sottolineare che «erano applicate tutte le norma previste dal Dpcm del 26 ottobre 2020: misurazione della temperatura all'ingresso, distanziamento, gel sanificante, informazioni, ecc. Dopo un anno e mezzo, in ogni caso, abbiamo capito tutti che i ristoranti non sono fonte di contagio», conclude Ferrari. Per questo, prossimamente rivredemo Ferrari a Roma per manifestare nuovamente. Questa volta l'argomento sarà il coprifuoco alle 22. «E se sarà necessario, per attirare maggiormente l'attenzione sulla nostra categoria, sarò disposto a rivestire i panni dello Sciamano».

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Alberto Lupini


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