Arcuri: «Siamo in guerra, devo trovare nuove armi»

Il commissario all'emergenza ricorda come il suo primo obiettivo sia trovare mascherine e respiratori per vincere le battaglie quotidiane contro il coronavirus. Dai paesi europei finalmente giungono "rifornimenti".

22 marzo 2020 | 15:43
«Noi siamo in guerra e io devo trovare le munizioni per far sì che questa guerra il nostro Paese la vinca prima e meglio degli altri». Lo dice Domenico Arcuri, commissario all'emergenza Coronavirus, da In mezz'ora in Più su Rai3 riferendosi allo sforzo per reperire mascherine e presidi sanitari necessari. «Da lunedì, al più tardi martedì, tutte le regioni italiane avranno le mascherine che servono per la parte più critica dell'emergenza: medici, operatori sanitari, malati. Dalla settimana successiva contiamo di dare dispositivi di protezione individuale a tutti gli italiani che ne hanno bisogno», aggiunge.

                                                                                   Domenico Arcuri

«La Francia ci ha regalato un milione di mascherine, la Germania ci ha mandato decine di ventilatori, il presidente del Consiglio Conte ha chiesto e ottenuto dal presidente Putin alcuni aerei dalla Russia con 180 medici, infermieri, ventilatori e mascherine. Il ministro Di Maio ha lavorato con la rete dell'ambasciate per avere la possibilità di acquistare mascherine in Cina. Sento uno straordinario supporto del governo e degli italiani, come ha detto Conte stiamo vivendo il più grande dramma degli ultimi 60 anni e solo se siamo tutti insieme riusciremo a superarlo. Faccio il commissario di tutti gli italiani, non solo di una parte del paese», dice ancora.

«In Cina in due settimane hanno creato un ospedale, noi vogliamo dimostrare che in poche settimane riusciamo a contribuire con una produzione nazionale che oggi non c'è. Molti grandi aziende italiane ci stanno aiutando nella ricerca di materiale, ovunque si trovi. E 180 aziende della Camera della Moda si sono messe insieme per produrre mascherine, ci dicono che riusciranno a produrne 2 milioni al giorno. L'obiettivo è evitare di andare in giro per il mondo».

Arcuri ringrazia i «7923 medici italiani che hanno risposto all'appello della Protezione Civile. Contiamo di mandarne 300 entro la settimana prossima nei territori più colpiti, poi potremmo mandarne ancora altri».

Fonte: AdnKronos

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Alberto Lupini


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