Con Bottura vince tutta la Cucina italiana E Scabin si riscatta...

20 giugno 2016 | 09:55
di Alberto Lupini
Che Massimo Bottura meritasse il massimo riconoscimento internazionale, è da anni che lo sosteniamo. Con convinzione. Non a caso lo abbiamo avuto spesso nei nostri eventi più importanti come simbolo e campione dei cuochi italiani. Le celebrazioni di questi giorni non aggiungono quindi nulla per noi al suo valore, umano e culturale prima ancora che professionale. Ma con l’incoronazione di Re Massimo da parte di The World’s 50 Best Restaurants è tutta la cucina italiana che ottiene un riconoscimento straordinario.

Sulla scia di Gualtiero Marchesi, che ha fatto partire il rinascimento della nostra cucina, Massimo Bottura rappresenta la capacità di osare, senza tradire tradizione e prodotti, portando il Sistema Italia ai massimi livelli. Le sue ricette vengono copiate e prese ad esempio di grande creatività, ma ciò che fa di lui un vero esempio positivo è stata la sua capacità di fare compiere l’ultimo salto perché la Cucina potesse davvero essere considerata fino in fondo un elemento strettamente legato alla nostra Cultura. Per non parlare delle sue iniziative di solidarietà.

La cucina italiana non aveva certo bisogno di questo premio per vedersi riconoscere il livello di qualità e di aspettativa che la accompagna, da noi come in tutto il mondo. Ora c’è però un punto di riferimento indiscutibile in più che non potrà non aiutare tutti. Almeno quelli che credono sul serio nella strada della ricerca e della qualità che vede in Massimo Bottura un vero battistrada.

Il premio della Sanpellegrino, dopo le prime edizioni magari un po’ discutibili, si conferma fra l’altro capace di cogliere e sintetizzare tendenze e valori che hanno un peso per chi lavora ai fornelli con serietà e impegno. Soprattutto ha il merito di sapere andare oltre le miserie delle guide dove curatori o ispettori si sentono spesso investiti di chissà quali poteri o capacità di giudicare. E proprio l’edizione di quest’anno ne è la prova. Il titolo di Bottura come migliore cuoco al mondo non viene dal nulla, eppure, fino alla scorsa edizione, l’Espresso gli negava con uno spirito da maestrine un quarto di punto rispetto al massimo dei valori.

Per non parlare della “sberla” presa dalla Michelin (che resta comunque la meno peggio...) che dopo avere declassato da due a una stella Davide Scabin, se lo è ritrovato 46° nella classifica mondiale. Un risultato che ci fa davvero piacere perché ripaga Scabin delle amarezze che, con un carattere meno forte, possono portare davvero a cadute verticali anche della professione. E in The World’s Best Restaurants sono ben 4 gli italiani nei primi 50 (oltre a Bottura e Scabin, Massimiliano Alajmo ed Enrico Crippa), mentre si sale a 6 (con Niko Romito e Umberto Bombana) sui primi cento. E che Scabin sia l’unico italiano non tristellato in questa classifica è un riconoscimento di non poco conto.

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Alberto Lupini


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