Idea bresciana contro il virus Maschera da sub come respiratore

Non ci sono ancora certificati, ma alcuni primissimi test hanno dato un buon esito. Stampata con la stampante 3D sarebbe un ottimo e rapido aiuto per la terapia sub-intensiva

22 marzo 2020 | 16:52
La situazione di emergenza sta dando l’opportunità a imprenditori e altre figure professionali di dar fondo a tutto il proprio ingegno e creare qualcosa di nuovo e determinante. Tra i nomi che si sono distinti in queste giornate c’è quello di Massimo Temporelli che qualche giorno fa aveva stupito tutti con le valvole salvavita stampate in 3d (in 6 ore); ora il fisico e divulgatore, presidente di The FabLab, è andato oltre con la maschera da sub trasformata in respiratore.


Massimo Temporelli

Una soluzione “arrangiata” che non ha né brevetti né certificati, ma che è già stata provata su un paziente. Si tratta di un espediente per fronte alla penuria di maschere C-PAP ospedaliere per terapia sub-intensiva in questi giorni in cui gli ospedali italiani sono in piena emergenza da coronavirus. L’idea è venuta a un ex primario dell’Ospedale di Gardone Valtrompia, Renato Favero, che ha contattato la Isinnova, la startup fondata da Cristian Fracassi, che stava già realizzando stampe 3D di valvole per respiratori.

L’azienda bresciana ha poi contattato il marchio di articoli sportivi Decathlon il quale ha messo a disposizione il disegno della maschera da snorkeling e, dopo aver studiato il prodotto, Isinnova ne ha stampato in 3D un modello modificato chiamato Charlotte. Da qui la sperimentazione all’ospedale di Chiari, agganciandolo a un respiratore. Pare funzionare, tanto che il nosocomio ha deciso di collaudarlo su un paziente in stato di necessità.

Il successo ottenuto da Isinnova con le valvole stampate in 3D ha spinto altre realtà (non solo italiane) a offrire la propria disponibilità a collaborare. La startup ha già fatto sapere di aver brevettato le valvole per evitare ogni possibile speculazione sul prezzo e che il brevetto è stato reso a uso libero, di modo che ogni ospedale ne possa usufruire. Inoltre Isinnova chiarisce che «la nostra iniziativa è totalmente priva di scopo di lucro, non percepiremo diritti sull’idea del raccordo o né sulla vendita delle maschere Decathlon».

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