#NoTripAdvisor: serietà e valori contro truffa

01 giugno 2015 | 10:44
di Alberto Lupini
Sia pure con la consapevolezza di essere senza armi contro un colosso multinazionale, novelli Davide contro Golia, possiamo dirci soddisfatti dopo i primi giorni di avvio della nostra campagna #NoTripAdvisor. Cresce il numero dei locali che espongono la nostra vetrofania e c’è chi come Tano Simonato o Matteo Scibilia, per fare solo alcuni nomi, scende in campo con coraggio per testimoniare un’adesione che potrebbe anche portargli qualche guaio. Con le graduatorie costruite con le false recensioni bastano 3 giorni per avere 4 o più pallini verdi, come per scendere a 2 o 3...

In alcuni commenti in rete si plaude alla nostra iniziativa parlandone come se fosse una “guerra” a TripAdvisor. In proposito vogliamo essere chiari, anche a costo di deludere qualche oltranzista che ha più di qualche ragione di essere arrabbiato con il portale che pubblica troppe recensioni false.

La nostra non è una guerra di retroguardia, ma una campagna civile e di comunicazione che non vuole demonizzare nessuno. Non pensiamo certo di abbattere il gigante, che sarebbe magari rimpiazzato da qualche altro operatore ancor più pericoloso e che sul piano teorico ha una funzione importante. Vogliamo solo fare vincere la serietà ed i valore di ristoratori, albergatori, gestori di bar o agriturismi, pasticceri, pizzaioli, ecc. che oggi subiscono i danni di un sistema che con la truffa delle recensioni a pagamento (positive o negative che siano) scardina le regole del mercato, creando graduatorie fasulle di gradimento fra i consumatori (a loro volta truffati da opinioni false e costruite a tavolino).

Il nostro obiettivo è che il necessario rapporto dialettico fra consumatori e gestori possa svolgersi in condizioni di rispetto e serietà. Ci si deve confrontare sulla base della fiducia, che è poi il valore che TripAdvisor sta invece minando alle fondamenta. I certificati di eccellenza rilasciati spesso assolutamente senza criterio da TripAdvisor stanno creando infatti una sfiducia verso i gestori dei locali, ormai spesso sospettati di essersi comprati le recensioni per scalare le classifiche. O per fare crollare qualche concorrente.

Da qui la scelta di una vetrofania che attesta che in quel locale non si bara e non si dà alcun peso a questi certificati privi di valore oggettivo. In quel locale ci si rimette solo al giudizio della clientela. Se questo giudizio corrisponderà un giorno a quello di TripAdvisor (che avrà adottato regole e procedure per garantire onestà), sarà un grande risultato per tutti.

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