Pure sui saturimetri c'è emergenza: boom di richieste, ma non bastano

Già a marzo erano tra gli oggetti più ricercati e mancavano. Adesso il problema si ripresenta con la seconda ondata. Altro emblema di come l’Italia abbia chiacchierato per mesi, senza prepararsi realmente

09 novembre 2020 | 13:10
A un certo punto, a marzo quando la pandemia stava esplodendo, il saturimetro era diventato lo strumento più ricercato da tutti. Le farmacie erano prese d’assalto su invito dei medici che consigliavano di averne uno in casa per misurare la saturazione di ossigeno nel sangue, sintomo chiave per capire le condizioni di salute.


Il saturimetro

Da marzo a oggi, non è cambiato nulla
Poi, la tensione si è abbassata e il saturimetro è passato di moda anche perché, nonostante la carenza di rifornimenti in molti erano riusciti ad assicurarselo. Ora che l’allarme è tornato a scattare tuttavia, lo strumento ha ripreso ad essere ricercato e venduto con insistenza. Peccato che, anche in questo caso, di esemplari ce ne siano sul mercato ben pochi.

Italia impreparata su più fronti
Un’ennesima dimostrazione di come a livello istituzionale il Paese non sia stato in grado di predisporre un piano concreto di politiche, strategie e numero di strumenti necessario per affrontare una seconda ondata che si temeva sì, ma evidentemente solo a parole.

A cosa serve il saturimetro?
«È utile comprarne uno - spiega a La Nazione il dottor Alessandro Puccianti della farmacia Camilli vicino piazza Santa Maria Novella, a Firenze - soprattutto in presenza di certi sintomi come febbre, tosse e difficoltà respiratorie, perché in questo modo in pochi minuti si può controllare il livello di saturazione dell’ossigeno che finché resta tra 100 e 96/95 va bene, dai 95 ai 92 bisogna iniziare a preoccuparsi, da 92 in giù bisogna prendere provvedimenti immediati».

Saturazione del sangue, indicatore essenziale
Se l’ossigenazione scende sotto i 90 in persone che hanno febbre, tosse e mancanza di respiro, a quel punto è necessario allarmarsi. Peccato però che per arrivare ad una diagnosi simile serva disporre dello strumento in casa, per evitare di dover andare dal medico di base o, peggio, in ospedale.

Farmacie senza scorte
«Abbiamo avuto una media di una richiesta ogni otto giorni». Dice il farmacista, Alessandro Puccianti. «Vendiamo un po' di tutto, dalle mascherine ai saturimetri, ma in nessun caso in grandi quantità. Il problema è che qui in centro si lavora poco negli ultimi tempi data l’assenza di turisti». Lo dice anche la dottoressa Paola Bertone della farmacia Astrua di via Martelli. «Il centro è poco vissuto dai fiorentini, quindi le richieste ci sono e sono sicuramente di più rispetto a prima ma non in grandi quantità». Un po' variegata la situazione appena ci allontaniamo dal centro storico.

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Alberto Lupini


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