La Fipe punge la Guida Michelin «La ristorazione non è solo stelle»

Con il boom che la cucina - a più livelli - sta vivendo negli ultimi anni in Italia ma non solo, una delle guide storicamente più celebrate sta vacillando sotto i colpi degli addetti ai lavori . Dopo lo sfogo di Vissani ora tocca alla Federazione italiana pubblici esercizi esporsi complimentandosi con gli stellati, ma senza dimenticare i colleghi altrettanto capaci

08 novembre 2019 | 11:24
Complimenti, certo, ma con una postilla. La Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) ha voluto fare i complimenti a tutti i cuochi italiani che mercoledì a Piacenza hanno ottenuto la stella Michelin o che ne hanno aggiunta una al proprio palmarès.
«Fipe - si legge in una nota ufficiale - si congratula con tutti i ristoratori premiati dalla Guida Michelin con le prestigiose e ambite stelle. Si tratta certamente di una testimonianza della forza di tutta la ristorazione italiana, riconosciuta a livello internazionale per la sua capacità di innovare ma anche di valorizzare le materie prime e il territorio».


Fipe ha chiamato ad un'attenzione verso tutta la ristorazione

Indubbiamente la “Rossa” continua ad avere il suo fascino e il suo prestigio nell’immaginario comune. Ma scavando un po’ di più emergono falle che noi come Italia a Tavola abbiamo voluto da subito mettere in risalto (su tutte la mancata assegnazione di almeno una stella ad almeno una pizzeria italiana) e che anche alcuni cuochi hanno voluto condannare, anche duramente. È il caso di Gianfranco Vissani al quale delle due stelle ne è rimasta solo una e non ha usato mezzi termini per commentare la scelta.

Ora, ecco il parere di Fipe: «Crediamo - prosegue la nota - sia importante sottolineare che la Guida non sia sufficiente a rappresentare tutta l’eccellenza e la ricchezza di un settore che conta oltre 110 mila imprese e sviluppa un volume d’affari di 30 miliardi di euro. Una considerazione, quest’ultima, che facciamo anche alla luce di alcuni movimenti interni alla guida che suscitano più di una perplessità relativamente al declassamento di alcune consolidate eccellenze della ristorazione italiana. Infine, ci sembra che il superamento del binomio “locale-chef patron”, che nell’edizione di quest’anno risulta ulteriormente consolidato, debba spingere tutti ad una profonda riflessione sul futuro della ristorazione italiana di qualità».

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Alberto Lupini


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