Isolamento a quattro zampe Anche cani e gatti a rischio stress

In Italia si stima siano circa 18 milioni. Hanno consapevolezza di questo stato di emergenza, ma il blocco in casa dei loro padroni è di stimolo o di intralcio al loro benessere? . Il veterinario Uber Zerega avverte: gli animali percepiscono gli stati d'animo dei loro padroni. E sul cibo: «No a pappe abbondanti, sia sempre equilibrata»

30 marzo 2020 | 08:34
di Gabriele Ancona
In Italia si stima ci siano circa 10 milioni di cani, registrati all’anagrafe canina, e 8 milioni di gatti. Una nazione nella nazione. Fatti i conti, una persona su tre si accompagna con un amico a quattro zampe. Per quando riguarda i cani, la classifica regionale vede in testa la Lombardia con 1 milione e 392mila guinzagli, seguita da Veneto (1 milione e 172mila) ed Emilia Romagna (1 milione e 80mila). Fanalino di coda la Valle d’Aosta con 23mila cani.

Nelle case italiane vivono 18 milioni tra cani e gatti

In questi giorni funesti, scanditi dalle tappe che ci hanno portato a passi forzati al lockdown, gli animali domestici, i cani nella fattispecie, sono stati al centro dell’attenzione solo in relazione all’ora d’aria dei loro padroni. Ma nessuno è andato oltre, indagando, per esempio, se di questo stato di emergenza ne abbiano consapevolezza o se il blocco in casa degli umani possa essere di stimolo o di intralcio al loro benessere routinario.

«Il cambio di stile di vita – spiega da Milano il medico veterinario Uber Zerega – ha sbalestrato i cani quanto noi. Certo, c’è chi segue il buon senso e chi ne approfitta o si fa prendere dall’ansia. Mi spiego. Molti cani escono più del dovuto. Dalle 2-3 passeggiate al giorno si è passati in alcuni casi a fare il giretto ogni mezz’ora. Si stancano e poi vedono in giro solo gente mascherata. Inoltre, non va per nulla bene tranquillizzarli, meglio, tranquillizzarsi, con pappe abbondanti o premi gastronomici. L’alimentazione deve essere curata e leggera. Bisogna mantenere una linea improntata alla saggezza, per noi e per loro. Naturalmente, per i cani che vivono fuori dagli agglomerati urbani il discorso è diverso, le uscite hanno tutt’altro sapore».

In aggiunta, con gli studi veterinari che aprono solo per le emergenze, in futuro potranno manifestarsi conseguenze negative. «È vero. Azzerata la quotidianità e dovendo spostare le visite per le vaccinazioni – precisa Zerega – potranno emergere delle problematiche relative a patologie di cui i proprietari non si possono essere accorti».

I proprietari, appunto. È bene tenere a mente che gli animali domestici, con cui si vive in simbiosi, sono come delle carte assorbenti. Le nostre ansie, paure, preoccupazioni, se non si sta attenti, possono venire proiettate su di loro, determinando una frustrazione generale.

«Questa chiusura forzata in casa – ricorda Ubert Zerega – può essere vissuta come un’opportunità. Si ha più tempo per stare con il proprio cane, che ne è ben contento. Vissuto con equilibrio, il rapporto non può che rafforzarsi».

D’accordo il cane, ma il gatto, che non esce mai, si può anche seccare di avere tutta la famiglia perennemente intorno, magari vociante. E che va a occupare la sua solita poltrona o il divano che preferisce.

«Non è questo il problema – annota il veterinario – il gatto è ben contento di vedere le persone con lui. Purtroppo, per riequilibrare le forze in campo, è successo che qualcuno ne ha preso un secondo convinto che si facessero compagnia. Errore: il gatto è il re della casa. Ed è autonomo. E se i bambini, terminati i compiti, gli stanno troppo addosso e lo stressano, non fa altro che rifugiarsi in cima alla libreria. Con un balzo».

Nota a margine sulle adozioni d’impulso. Da quando la pandemia sibila tra le strade di New York, i cittadini hanno svuotato i rifugi per cani e gatti lanciandosi in una collettiva pet terapy nevrotica. Speriamo che quando il tempo dell’autoconsolazione sarà alle spalle non si debba registrare un incremento di abbandoni.

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Alberto Lupini


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