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La pappa di cani e gatti non si tocca Un po' meno cara ma sempre di qualità

Oltre 1600milioni di euro di spesa lo scorso anno. I prodotti in offerta o a private label sono aumentati del 25%. Nonostante la crisi, resta alta l'attenzione sull'alimentazione degli animali domestici

 
21 gennaio 2013 | 11:54

La pappa di cani e gatti non si tocca Un po' meno cara ma sempre di qualità

Oltre 1600milioni di euro di spesa lo scorso anno. I prodotti in offerta o a private label sono aumentati del 25%. Nonostante la crisi, resta alta l'attenzione sull'alimentazione degli animali domestici

21 gennaio 2013 | 11:54
 

Anche se la crisi picchia in testa a tutti, «gli italiani sembrano non rinunciare a garantire ai propri animali da compagnia una nutrizione sana e bilanciata. Come testimonia la continua crescita del mercato del pet food che ha raggiunto i 1.604 milioni di euro nel 2011, corrispondenti a oltre 536mila tonnellate vendute, segnando una crescita del 2,1% del segmento dominante costituito dagli alimenti per cani e gatti». Questo quanto si rileva dalla quinta edizione del Rapporto Assalco - Zoomark, pubblicato da Assalco - Associazione nazionale tra le Imprese per l'Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia e Zoomark International.

I consumatori, ha dichiarato ad Alessandr Moneti dell'ANSA il presidente di Assalco Luigi Schiappapietra, «pur vedendo limitato il proprio potere d'acquisto, si dimostrano consapevoli dell'importanza del benessere del proprio amico a quattro zampe, e non rinunciano a crocchette e scatolette nonostante le difficoltà economiche. C'è, è vero, una maggiore sensibilità al prezzo di acquisto. Da qui il successo dei prodotti economy, in offerta o scontati, e in particolare dei prodotti a marchio (private label) della grande distribuzione, con una quota di aumento del 25,1%».

Nella spesa per Fido o Fuffy a motivare le scelte d'acquisto risultano influenti, secondo un sondaggio ai petshop riportato nel Rapporto Assalco, la qualità degli alimenti (54,9%), il consiglio del veterinario (32,4%) e la convenienza che arriva a pesare il 49%. Guardano in particolare al budget la stragrande maggioranza degli intervistati, il 90%, al Centro e al Sud. Secondo i negozianti, semrpe secondo quanto scrive Alessandra Moneti, lo spostamento dei consumi di fascia alta a quella medio-bassa c'è ma è tuttavia inferiore al Nord (30,4%) rispetto alle altre aree del Paese (il 38,3% al centro e il 45% al Sud).

Territorialmente, le vendite di croccantini e scatolette per l'alimentazione animale sono concentrate per ben oltre la metà nel Nord Italia, ed in particolare nel Nord Ovest che da solo assorbe quasi un terzo dei volumi totali. In crescita il Sud (+3,8%), in leggera flessione il Nord Est (-1,4%). Secondo il rapporto, l'88% dei veterinari consiglia ai propri clienti un'alimentazione industriale per gli animali d'affezione. Peraltro la legislazione ha di recente imposto che tutte le info in etichetta debbano essere «chiare, accurate, facilmente comprensibili e scientificamente comprovate».

Fonte: ANSA

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