L’Italia del vino: il Barolo di Monforte
I vini di Monforte sono caratterizzati da un corpo imponente e dei tannini più evidenti del solito, sono Baroli dal grande potenziale di invecchiamento, adatti all’evoluzione
23 giugno 2021 | 08:30
di Eros Teboni
I piatti sono di Matthias Kirchler, cuoco del ristorante “1964” dell’Amonti & Lunaris Wellnessresort a Cadipietra, in Alto Adige.
Barolo Ginestra 2017 Paolo Conterno
Vitigno: Nebbiolo 100%Età delle viti: 35 anni
Consumo: 2021-2033
Produzione per ettaro: 65 quintali
Prezzo medio: 60 euro
Abbinamento consigliato: Tagliatelle al tartufo
Quando si parla dei vini di Monforte bisogna pensare a dei Baroli importanti e di grande struttura, in questo caso però, come “non plus ultra”, andiamo ad analizzare un cru particolare: Ginestra. Questo territorio riesce a garantire le caratteristiche classiche dei Baroli di questa denominazione, in più dona eleganza e finezza sia sotto il punto di vista dei profumi che sotto quello degustativo. Partendo dal colore possiamo notare un rosso rubino intenso con un leggero riflesso granato, leggermente più scuro rispetto a vini provenienti dai comuni vicini e al classico colore del Barolo. I profumi virano su un fruttato spinto, con la ciliegia e la fragola in primo piano, un sottofondo di china e un ricordo dolce di frutta matura. Un abbinamento classico quello scelto, in grado di esaltare la freschezza del vino e la grande varietalità del vitigno, dando spazio al contrasto tra le spezie e la frutta, tra l’elegante dolcezza del Nebbiolo e la sapidità del piatto. Il Ginestra di Paolo Conterno è un Barolo che rimane impresso nella mente, profondo e piacevole.
Barolo 2017 Domenico Clerico
Vitigno: Nebbiolo 100%Età delle viti: 50 anni
Consumo: 2021-2035
Produzione per ettaro: 65 quintali
Prezzo medio: 55 euro
Abbinamento consigliato: Polletto, pastinake, broccoli
Un Barolo simbolico di una cantina simbolo del territorio, anticonformista e moderna, come d’altronde lo era anche il grande Domenico Clerico, uno dei Signori del vino italiano. La chiave di lettura di questo vino si basa sulla nostra capacità di distinguere la potenza e l’eleganza in fase di analisi del Barolo, rappresentative per questa stilistica in particolare, ma ricollegate ad una chiave di lettura moderna in grado di esaltare il frutto e il corpo del vino, senza fargli perdere la finezza e la precisione, entrambe fondamentali per garantire profondità ed equilibrio. Il Barolo di Domenico Clerico è un vino versatile, in grado di potersi combinare anche con la parte vegetale dei piatti, cosa spesso complicata vista l’acidità e i tannini del Nebbiolo. Gli aromi di frutta, facilmente riconoscibili, che ci riportano ad una ciliegia molto matura, ad una marasca e ad un lampone disidratato, si comportano come dei catalizzatori di dolcezza e morbidezza non solo per la parte che riguarda i profumi ma anche per aumentare la facilità di beva durante la degustazione. La freschezza è un’altra importante caratteristica di questo vino, fondamentale per riuscire a mantenerlo longilineo ed elegante, vista l’imponente struttura e il corpo monumentale di cui è costituito. L’abbinamento proposto è semplice e molto piacevole; per godere ancor meglio di questo bel connubio vi consiglio di abbassare leggermente la temperatura di servizio del Barolo, portandola a 15-16°C.
Barolo Riserva “Bussia 90 Dì” 2015 Giacomo Fenocchio
Vitigno: Nebbiolo 100%Età delle viti: 40 anni
Consumo: 2021-2040
Produzione per ettaro: 70 quintali
Prezzo medio: 90 euro
Abbinamento consigliato: Piccione, mela, topinambur
Una riserva basata sulla vecchia scuola di produzione del Barolo, nata nel 2010 come ritorno alle origini, dove Claudio Fenocchio ha voluto riproporre una stilistica classica e originale di lavorazione del Nebbiolo. Confrontandomi con lui sulla storia di questo vino vi ripropongo alcune delle sue parole: «Questo Barolo vuole darci la possibilità di riscoprire il grande classicismo della regione, voglio estrarre il meglio di questo vitigno esaltando la varietalità e il suo potenziale intrinseco». Il nome deriva dalla sua lunga macerazione, sono infatti 90 giorni complessivi dove il vino rimane a contatto con le sue bucce, un’estrazione lenta e molto lunga in grado poi di riproporre organoletticamente una balsamicità singolare, legata a dei tannini accentuati da una freschezza e un’acidità impattante. Tutte caratteristiche che donano a questo vino un potenziale d’invecchiamento incredibile. I profumi riguardano due famiglie aromatiche completamente differenti, quella floreale in primis, dove la viola e il garofano svettano su tutti i profumi, e poi una speziatura fine e delicata, dove oltre alle note di pepe nero si percepisce un ritorno balsamico tendente al dolce, che ammorbidisce i profumi rendendo l’aromaticità del vino ancor più seducente.
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Alberto Lupini