Nel 2024, le vendite di tonno in scatola hanno registrato un lieve calo: -4% a volume nel canale retail, che però si riduce drasticamente a -0,6% se si guarda al numero effettivo delle confezioni vendute. A conti fatti, il consumo pro capite si è mantenuto stabile sui 2,36 kg l'anno, confermando che il tonno in scatola continua ad avere un ruolo chiave nelle abitudini alimentari degli italiani. Un alimento sempre presente nelle dispense - almeno una volta a settimana per il 59,9% degli italiani - e in netta crescita per oltre un terzo della popolazione (34,8%) negli ultimi tre anni. A trainare questa tendenza sono la praticità d'uso, la capacità di ridurre gli sprechi e l'elevato apporto proteico, ma anche la fiducia verso un comparto che investe in sostenibilità, economia circolare e qualità della materia prima.

Tonno in scatola: meno vendite a volume, ma crescono fiducia e sostenibilità
Il 2024 del tonno in scatola
Il contesto economico degli ultimi anni - tra inflazione e riduzione del potere d'acquisto - ha inevitabilmente lasciato il segno anche sul comparto conserviero ittico. Ma, come spiega Giovanni Battista Valsecchi, presidente di Ancit (Associazione nazionale conservieri ittici e delle tonnare), il comparto ha retto: «Veniamo da anni non facili a causa di inflazione e caro prezzi ma i consumatori continuano ad apprezzare i nostri prodotti. Hanno caratteristiche di qualità che li premiano e le aziende del settore sono sempre più impegnate nella sostenibilità».
E il 2024 ha segnato, anche per l'industria alimentare nel suo complesso, un inizio di normalizzazione dopo il brusco calo del 2023, lasciando intravedere un assestamento in corso che riguarda anche il tonno in scatola, in attesa di un equilibrio definitivo. Per contenere i prezzi e rispondere alla crescente attenzione all'anti-spreco, l'industria ha lanciato formati con una minore quantità di olio, che hanno permesso di mantenere costante il numero di confezioni vendute pur con una lieve riduzione del peso netto. È bene ricordare che, per legge, il contenuto di tonno nella scatoletta non può scendere sotto il 65% per quello all'olio e il 70% per quello al naturale.

Il mercato del tonno in scatola nel 2024: dati, export e nuovi trend
La produzione nazionale nel 2024 si è attestata attorno alle 72mila tonnellate (-2,2% rispetto al 2023), mentre le importazioni sono rimaste stabili a 98mila tonnellate. Grazie alla crescita delle esportazioni - 30.600 tonnellate, con un balzo del 9,57% rispetto all'anno precedente - il volume complessivo disponibile sul mercato interno è stato di circa 140mila tonnellate (-2,66%). A livello di valore, il mercato del tonno in scatola ha toccato quota 1.650 milioni di euro, in crescita dell'1,5% sul 2023, considerando anche il canale out of home (che vale circa il 6%). Questo segmento rappresenta quasi il 70% dell'intero settore delle conserve ittiche.
L'Italia si conferma secondo produttore europeo - dietro alla Spagna - e secondo anche per consumo. Il nostro tonno in scatola continua a far scuola all'estero, con esportazioni che trovano terreno fertile soprattutto nell'Unione europea (Germania, Grecia, Croazia, Romania, Slovenia, Polonia, Ungheria, Austria), ma con un crescente interesse da parte di Paesi extra Ue come Canada, Arabia Saudita, Israele, Serbia, Cina, Emirati Arabi e Stati Uniti. Proprio negli Usa, però, il mercato resta ostico per via dei dazi: attualmente, sul tonno in olio italiano esportato grava un'imposta del 45%, che potrebbe salire al 55% dal 14 luglio 2025 in assenza di un accordo tra Unione Europea e Stati Uniti. Una barriera doganale che, di fatto, blocca qualsiasi reale sviluppo del mercato statunitense.
Il tonno in scatola e i benefici per la salute
A livello nutrizionale, il tonno in scatola viene ormai considerato un vero e proprio “scrigno”, come lo definisce Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista dell'Università Campus Bio-Medico di Roma: «Il tonno è una fonte preziosa di grassi “buoni” Omega 3 che, oltre a modulare l'infiammazione, proteggono il cuore e le arterie e mettono al riparo da incidenti cardiovascolari come ictus, infarto e aterosclerosi. Inoltre, numerose evidenze scientifiche confermano come intervengano nel ridurre il rischio di malattie neurodegenerative e la depressione.
A tal proposito, un ruolo fondamentale lo gioca anche il contenuto di Triptofano, precursore della serotonina, nota come ormone della felicità. Un piatto di pasta al tonno soddisfa il fabbisogno raccomandato giornaliero. E veniamo al patrimonio di vitamine e minerali: sia il tonno che le altre conserve ittiche forniscono un ottimo apporto di vitamina A, D, E, B2, B12, B3 che hanno funzioni importantissime. Per non parlare del ferro: l'apporto nel tonno è al pari di quello del filetto e per questo un ottimo sostituto della carne».
Tonno in scatola: un alimento sostenibile e storico
Centrale, nel racconto del comparto, è anche l'impegno verso un modello produttivo sostenibile e circolare. Le aziende italiane utilizzano il 100% della materia prima: solo il 41-43% del pesce è destinato all'inscatolamento, ma il resto - carne rossa, pelle, scheletro, testa - viene impiegato in altre filiere, dalla produzione di farina e olio di pesce per animali e acquacoltura fino a cosmetici, integratori, bioplastiche, fertilizzanti e bioenergia. Progetti di upcycling che coinvolgono centri di ricerca, startup e aziende, e che danno un nuovo valore agli scarti.

Tonno in scatola e circular economy: meno sprechi, più riciclo
Anche i materiali di confezionamento partecipano alla logica dell'economia circolare. La classica scatoletta, simbolo delle conserve ittiche, è fatta di materiali (acciaio, alluminio e vetro) completamente riciclabili, senza perdita di qualità. Nel 2024, l'Italia ha avviato al riciclo circa 409mila tonnellate di imballaggi in acciaio, pari al 77,8% dell'immesso al consumo, mentre il vetro ha toccato un tasso di riciclo dell'81,9%, confermandoci come uno dei Paesi più virtuosi d'Europa sul fronte ambientale. Infine, c'è la dimensione culturale. Le conserve ittiche raccontano una storia antica, che parte dalle tonnare e arriva alla prima scatoletta. Un sapere artigiano che ha attraversato i secoli, evolvendosi senza perdere l'essenza. Le tecnologie sono cambiate, gli standard qualitativi si sono alzati, ma resta insostituibile il ruolo delle persone nel garantire un processo produttivo controllato, efficiente, sicuro.