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Il cartello del food delivery penalizza ristoranti e clienti: maxi sanzione Ue

La Commissione Europea ha inflitto una multa record da 329 milioni di euro a Delivery Hero e Glovo per aver stretto un cartello anticoncorrenziale nel settore del food delivery. Un accordo segreto che ha limitato la concorrenza, aumentato i costi per i ristoratori e ridotto la scelta e la trasparenza per i consumatori

03 giugno 2025 | 11:54
Maxi multa a Glovo e Delivery Hero: l'accordo che penalizza ristoranti e clienti
Maxi multa a Glovo e Delivery Hero: l'accordo che penalizza ristoranti e clienti

Il cartello del food delivery penalizza ristoranti e clienti: maxi sanzione Ue

La Commissione Europea ha inflitto una multa record da 329 milioni di euro a Delivery Hero e Glovo per aver stretto un cartello anticoncorrenziale nel settore del food delivery. Un accordo segreto che ha limitato la concorrenza, aumentato i costi per i ristoratori e ridotto la scelta e la trasparenza per i consumatori

03 giugno 2025 | 11:54
 

La Commissione Europea ha inflitto una sanzione storica da 329 milioni di euro ai due colossi della consegna di cibo a domicilio, Delivery Hero (con sede a Berlino) e Glovo, startup spagnola controllata dalla stessa multinazionale tedesca. Il motivo: un cartello segreto e anticoncorrenziale che ha alterato il mercato della food delivery in Europa per anni. Le autorità europee hanno ritenuto che le due aziende abbiano violato le norme sulla concorrenza, causando danni concreti all’intero ecosistema della ristorazione, e imponendo costi indiretti ai consumatori.

Cosa prevedeva l'accordo tra Glovo e Delivery Hero

L’indagine antitrust condotta dalla Commissione ha accertato che tra il 2018 e il 2022 Glovo e Delivery Hero hanno mantenuto accordi riservati per non sottrarsi reciprocamente il personale, pratica conosciuta come no-poach agreement. Parallelamente, le due società si sono spartite i mercati geografici, evitando di farsi concorrenza in determinate aree dello Spazio Economico Europeo. In altre parole, i due operatori si sarebbero coordinati per mantenere posizioni dominanti in diverse zone, con minimo rischio competitivo e maggior controllo sui prezzi. Una dinamica che ha avuto un impatto diretto su chi opera nel mondo della ristorazione: meno concorrenza tra piattaforme si è tradotto in commissioni elevate per i ristoranti e prezzi meno vantaggiosi per i clienti finali.

Il cartello del food delivery penalizza ristoranti e clienti: maxi sanzione Ue

Maxi multa Ue a Glovo e Delivery Hero
 

Secondo quanto riportato dalla Commissione Europea, le due società hanno utilizzato canali informali di comunicazione, come email e messaggi su WhatsApp, per coordinare le loro strategie e accordarsi sui rispettivi ruoli di mercato. Non solo: si sono scambiate informazioni commerciali sensibili, come dati sui volumi di attività, decisioni strategiche e informazioni operative rilevanti, compromettendo ulteriormente la trasparenza del mercato. Questo tipo di condotta è particolarmente grave in quanto mina alla base le regole della libera concorrenza, alterando il naturale equilibrio tra domanda e offerta e influenzando negativamente l’innovazione e la qualità dei servizi offerti.

Glovo e Delivery Hero: la sanzione e la riduzione per collaborazione

Entrambe le aziende hanno ammesso le proprie responsabilità e collaborato con le autorità europee. Questa scelta ha consentito loro di accedere al programma di clemenza previsto dalla Commissione nel 2008, ottenendo una riduzione del 10% sull’ammenda finale. Le multe sono state così ripartite: a Delivery Hero oltre 223 milioni di euro, mentre a Glovo oltre 105 milioni di euro La determinazione delle cifre si è basata sugli orientamenti della Commissione del 2006 in materia di ammende, che tengono conto della durata, intensità, diffusione e struttura del cartello.

Uno degli aspetti centrali del caso riguarda la partecipazione progressiva di Delivery Hero nel capitale di Glovo, iniziata nel 2018 e culminata con il controllo esclusivo nel 2022. Questa operazione, pur formalmente legale, ha consentito al gruppo tedesco di ottenere accesso diretto a informazioni riservate e di influenzare le decisioni strategiche del concorrente, come confermato dalla nota della Commissione. «Possedere una partecipazione in un concorrente non è di per sé illegale - ha specificato la Commissione - ma in questo caso ha agevolato comportamenti contrari alle regole della concorrenza e ha permesso l’allineamento commerciale tra due operatori teoricamente rivali».

Ristoranti penalizzati: meno margini e costi più alti

Per i ristoratori, questa condotta ha significato minori alternative di mercato e quindi minore potere contrattuale. In assenza di reale competizione, le piattaforme hanno potuto mantenere commissioni elevate (in alcuni casi superiori al 30% sugli ordini), riducendo i margini degli esercenti e imponendo condizioni difficilmente negoziabili. Per i clienti, tutto ciò si è tradotto in tariffe di consegna elevate, sovrapprezzi sui prodotti ordinati e una generale perdita di convenienza, senza reali possibilità di scegliere tra offerte più vantaggiose.

Il cartello del food delivery penalizza ristoranti e clienti: maxi sanzione Ue

Le autorità europee hanno ritenuto che le due aziende abbiano violato le norme sulla concorrenza

Il cartello ha avuto effetti anche sul fronte occupazionale. Gli accordi di no-poach hanno limitato le opportunità di mobilità lavorativa per dipendenti e collaboratori, in particolare per chi lavora nella logistica o nello sviluppo tecnologico. Inoltre, l’assenza di concorrenza ha rallentato l’innovazione e impedito la crescita di modelli alternativi, magari più sostenibili o più equi nella distribuzione del valore lungo la filiera. La vicepresidente della Commissione Europea, Teresa Ribera, ha dichiarato: «Queste pratiche sono state agevolate da un uso anticoncorrenziale della partecipazione di Delivery Hero in Glovo. È un segnale forte a tutte le aziende: la concorrenza non è negoziabile».

La decisione rappresenta un precedente importante per l’intero settore, sempre più cruciale nel panorama della ristorazione post-pandemica. Gli operatori dovranno ora garantire trasparenza, correttezza e indipendenza strategica, elementi fondamentali per una ripartenza equa e sostenibile.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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